Delitto Rea, restano dubbi e incertezze
Civitella del Tronto – I dubbi e i misteri sembrano aumentare, sul delitto Rea. Questa mattina Salvatore Parolisi (foto) è uscito di casa verso le 9, dopo aver pernottato in casa di parenti. Come abbiamo riferito durante la notte, era venuto fuori dalla caserma dei carabinieri dopo otto ore di interrogatorio intorno all’una e cinque di questa mattina, andando via sull’auto di qualcuno che era venuto a prenderlo. Niente avvocati, quindi niente iscrizione nel registro degli indagati. Da quanto si è appreso questa mattina, Salvatore Parolisi ha confermato la sua versione dei fatti circa la scomparsa della moglie Carmela ‘Melania’ Rea, avvenuta il 18 aprile, due giorni prima che la donna venisse trovata morta, straziata con 35 coltellate, nel bosco delle Casermette di Ripe di Civitella. Sono le ultime indiscrezioni che trapelano dal lungo interrogatorio di ieri sera – otto ore in tutto – svoltosi nella caserma dei carabinieri di Castello di Cisterna (Napoli), e nel quale il caporalmaggiore dell’esercito, in servizio alla caserma “Clementi” di Ascoli Piceno, ha risposto alle domande del sostituto procuratore ascolano Umberto Monti e degli ufficiali dei carabinieri. Sembra che ai carabinieri abbia confermato tutto il racconto da lui fatto gia’ nei primi momenti della scomparsa di Melania, avvenuta nel primo pomeriggio di lunedi’ 18 aprile a Colle S.Marco (Ascoli Piceno). Questo nonostante le incongruenze e i dubbi su tale versione che sono emersi nell’ultima settimana, dopo che gli investigatori ascolani hanno sentito diversi testimoni, persone informate sui fatti, amici, ex allieve del Rav Piceno, l’amante del militare Ludovica P. – ora caporale in servizio a Lecce – colleghi di lavoro e di famiglia sia di Parolisi che della vittima. C’è chi si spinge perfino a ipotizzare che Melania al Colle S.Marco, non ci sia mai arrivata. E sia invece salita direttamente, forse dal versante teramano di Villa Lempa, insieme ad una persona che conosceva, fino al Chiosco della Pineta, nel bosco delle casermette a Ripe di Civitella del Tronto (1200 metri di quota), luogo dove poi sarebbe stata uccisa.
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