Ofena, facciamo i conti
Ofena – Scrive Dino Rossi del Cospa: “In riferimento alle dichiarazioni fatte dal Sindaco Coletti sulla mancanza del comitato per la festa di S. Nicola e sulle delucidazioni fatte dal Cospa pertinenti la cava comunale, è doveroso che questa associazione informi l’opinione pubblica al fine di smascherare i comportamenti e i commenti forvianti del Sindaco. Che spesso travisa i fatti. Si notano le numerose targhe affisse nell’edificio comunale, nessuna di esse corrisponde al vero. Come ad esempio: la targa con su scritto “Ofena centro abitato nel Parco Gran Sasso Laga”, quando mai! Il perimetro del Parco in questione lambisce appena alcune abitazioni del Comune di Ofena. Delle altre targhe ne parliamo in futuro.
Non si capisce le accuse fatte al Parroco, in quanto il nostro Sindaco non ha mai contribuito con le casse comunali per la festa del Santo Patrono e tanto meno ha messo le mani in tasca offrendo un proprio contributo, nonostante i suoi fan continuano a sostenere che Lei è ricca e non ha bisogno di soldi. Abbiamo ben Capito il motivo per cui possiede tanti soldi, semplicemente perché incassa e non li spende!!! Dove è finito lo stipendio che dove dare in beneficenza? In paese tutti pensano che la nostra Sindachessa abbia le tasche a ciammarica o lumaca, con un chiodo da dieci alla fine, Tanto da non le permetterLe di prelevare…
Per quanto riguarda la cava comunale, le ordinanze citate dal Sindaco sono del 2003, vecchie di otto anni, ordinanze fatte e ritirare, in quanto non corrispondente alla realtà.
Il Sindaco Coletti ritirava le ordinanze e ha dovuto sborsare 10 mila Euro di parcella, soldi dei contribuenti. Per evitare un risarcimento al comune da parte della Corte dei Conti, stipulava una transazione con la società Di Marzio aumentando da 100 mila metri cubi l’anno a 123 mila, assicurando così una entrata al comune di circa 150 mila euro, arrivando fino a 200 mila euro. Per quanto riguarda le parcelle esose menzionate dal Sindaco, per fortuna uscente, riguarda il subentro nell’anno 2004, della società Di Marzio alla Lafarge, Calcestruzzi con sede centrale a Milano. Tra l’altro un atto di transazione stipulato proprio dall’ amministrazione Coletti visto che risale nel lontano 2003.
L’amministrazione Gentile di cui lo scrivente faceva parte, per evitare contenziosi tra le ditte si ritenuto opportuno rifare tutta la misurazione di tutta la zona interessata all’estrazione.
È bene precisare che l’amministrazione di cui lo scrivente faceva parte, negli ultimi cinque anni ha realizzato lavori per ben 2,5 miliardi di vecchie lire.
L’amministrazione attuale con i soldi dalla cava ha realizzato solo la Via Crucis, ma in compenso
ha ingrassato le tasche dei legali, tanto che le parcelle pagate agli avvocati superano i 250 mila
euro. Forse alla appariscente signora pescare sfugge che i proventi cava sono vincolati dalla legge
regionale n° 3/98 Art.5 Legge che fa riferimento all’articolo 24 della Legge1766 del 1927, la quale
recita le seguenti osservanze:
“Il sesto comma dell’art. 6 della L.R. 3 marzo 1988, n. 25, è soppresso e viene sostituito dai seguenti:
“6. I corrispettivi comunque derivanti da concessione o alienazione di terre Civiche sono destinati alla realizzazione di opere o servizi pubblici, alla manutenzione e gestione delle opere pubbliche, alla redazione di strumenti di pianificazione territoriale ed all’incremento e sviluppo socioeconomico del Demanio Civico ivi compreso le spese per le verifiche demaniali di cui al precedente art. 3. Qualora non fosse possibile effettuare il reinvestimento dei corrispettivi, i proventi devono essere investiti in Titoli di Stato o depositati su un conto corrente bancario con il vincolo a favore della Regione Abruzzo.
6 bis. In ogni caso prima dell’utilizzazione delle somme il Comune è tenuto a richiedere apposito nulla-osta alla Giunta regionale – Settore Agricoltura Foreste e Alimentazione – Servizio Bonifica Economia Montana e Foreste.”.”
In sostanza i fondi cava appartengono agli usi civici e non possono essere utilizzati per altri scopi come: il pagamento delle parcelle dei professionisti, gli stipendi degli impiegati comunali e tanto meno per acquistare targhe da affiggere sul territorio comunale.
I proventi cava dall’insediamento dell’amministrazione Coletti ad oggi, ha fruttato alle casse comunali 1 milione e 2 cento mila Euro, però non è stato fatto nessun atto deliberativo per le opere pubbliche”.
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