Ricostruzione: e adesso, poveri gonzi?
(di G.Col.) – (Nell’immagine la mappa sismica aquilana nell’agosto 2010) – Lo studio di microzonazione del sottosuolo aquilano rivela com’è fatta “sotto” la città . Si scoprono cavità , roccia, falde idriche, materiali frammentati, argilla, suoli dalla forte accelerazione sismica. Un mondo ipogeo che, nei tempi moderni, si dovrebbe conoscere prima di costruirci sopra. Magari a due passi da una faglia storicamente attiva, come quella di Pettino a L’Aquila. Dove prospera un quartiere di 20.000 abitanti con un mare di ville e villoni. Invece, a memoria d’uomo, nessuno ricorda che siano stati consultati dei geologi prima di gettare le fondamenta. Anzi, i geologi erano gente noiosa che dava fastidio, tutt’al più buoni per insegnare scienze ai ragazzini delle medie. Tutto questo in un territorio altamente sismico, storicamente flagellato dai sismi. Inutili e perdenti anche le nostre battaglie giornalistiche sul radon e sulle esalazioni da sotto le case, che nessuno ha mai controllato prima di costruire e dopo aver costruito. Le nostre e quelle di pochi altri che non credono nelle penne giornalistiche apologetiche, usate solo per osannare i potenti. Oggi ai due anni persi senza ricostruzione, c’è da temere che se ne aggiungeranno altri per fissare regole e rispettare le microzonazioni. E’ come quando hai la colite e continui per anni a ingozzare grassi, latticini, cibi piccanti, pietanze salate, fritti, alcol. La colite vuoi ignorarla, speri in chi sa quale miracolo, e intanto gozzovigli. Così abbiamo fatto per decenni, tra un terremoto e il successivo, sperando che non venisse mai quello forte. Il 6 aprile è venuto e come. E adesso, poveri gonzi, che faremo?
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