Ardel su patto stabilità regionale
L’Aquila – Scrive la Ardel-Italia Centrale (associazione ragionieri) : “Con la riforma del ministro Brunetta, controlli sempre più stringenti si abbatteranno sui dipendenti pubblici, ma non è detto che negli Enti locali, i servizi possano migliorare. L’opinione pubblica, potrà fare le pulci alla Pubblica amministrazione, per cui la dirigenza, già pressata dalla politica, rischierà di produrre sempre meno. In pratica facendo il minimo, si eviteranno valutazioni negative, che potranno addirittura piovere da ulteriori gruppi di pressione, che la riforma individua in “osservatori qualificati”, senza precisare altro.
Gli amministratori di Comuni e Province si ribellano, e puntano alla compattezza della dirigenza, rivendicando professionalità e autonomia. “Negli enti locali non prevale purtroppo la solidarietà” ha commentato il presidente Ardel (Associazione ragionieri enti locali) Italia centrale, Giovanni Di Pangrazio, nel convegno organizzato ad Ovindoli “ma se il dirigente fa squadra e si aggrega – ha aggiunto – lavora meglio e sfugge alle pressioni, producendo così solo atti legittimi di cui, può assumersi la responsabilità senza timori”. Il dipendente pubblico è ormai alla berlina, si fatica a trasmettere un’immagine sana dell’amministratore, che pure esiste, e a ragione reclama, con l’aggravante che nell’ente locale, nonostante i principi autonomisti, continuano ad insinuarsi poteri e controlli regionali e statali, che poco sanno di queste realtà, e nonostante le riforme sul decentramento, continuano ad interferire, spesso a torto. Comuni e Province, nel confronto organizzato dall’Ardel, hanno mostrato di voler cercare strade alternative, che mettano invece al primo posto il cittadino. E’ stato progettato nel corso dei lavori un Patto di stabilità regionale, vincolato alla situazione socio-economica territoriale e non ad una spesa generica, con un sistema premiante basato sul rispetto del Patto, per accedere ad esempio, ai fondi europei; si è discusso sulla finanza sociale e sul microcredito, per dare ossigeno a famiglie ed imprese in crisi, con l’ausilio di fondi di garanzia, sostenuti da fondazioni bancarie. La stessa formazione professionale, potrebbe accompagnare la ricollocazione di lavoratori che hanno perso il posto, solo che la Regione Abruzzo, è emerso nel corso del convegno, non continuasse a imporre corsi per parrucchieri. Una sfilza di contraddizioni che il Governo centrale non riesce a risolvere, continuando solo ad imporre il taglio della spesa, senza neanche sapere qual è, la spesa di Comuni e Province che, nonostante il decentramento, ancora non riescono ad autogovernarsi, a tutto svantaggio del cittadino-utente.
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