Fusse ca fusse la vorta bbona…
(di G.Col.) – Un sussulto intimo per chi amava il decisionismo craxiano, di un’Italia non adamantina ma senza dubbio in ottima salute (oggi non è adamantina ed è in pessima salute): Cialente, il sindaco che qualcuno ha definito temporeggiatore nel senso dell’indecisionismo totale, ha tagliato Riga. Finalmente una novità politica da palazzo Margherita (si fa per dire, c’è rimasto solo il nome). Riga è sicuramente una brava persona, e rallegrarsi del taglio non vuol dire disistimarlo. E’ solo un giudizio politico e generico. Nel senso che, meglio tardi che mai, il sindaco colpisce chi fa politica come negli anni Settanta o Ottanta. Cioè badando a poltrone, deleghe, equilibri, manuali Cencelli e altro ciarpame del passato (nefasto). L’ora è tragica, bisogna darsi da fare per la città , e non sono tollerabili giochini e misurini spartitori. Resti in sella chi vuole lavorare, produrre risultati, impegnarsi. I cittadini hanno le scatole abbuffate (è un eufemismo) dei vecchi sistemi, dei bilancini del farmacista, degli appoggi in cambio di qualcosa. Siamo stanchi, sfiniti, occorre remare e tenere il timone, salga in barca chi lo sa fare, come alcuni assessori stanno obiettivamente facendo. Si appartino, vadano a fare altro coloro che scelgono le alchimie e i bizantinismi delle “fumose segreterie di partito”, come si diceva. Se non è ancora chiaro, gli aquilani hanno le palle rotte, gli zebedei di classe E: pericolanti o crollati. Della politica stantìa e arcaica sono stanchi. Il decisionismo è un segno di ripresa. Se dura.
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