Collelungo, Cospa vuol vederci chiaro
Ofena – Scrive Dino Rossi del Cospa: “Sulla vicenda cava di Ofena, il Cospa, come di consuetudine ci ha voluto vedere chiaro a seguito della sentenza del Consiglio di Stato per il ricorso presentato dal Comune di Ofena per la coltivazione della cava di inerti ubicata in località Collelungo, a poche decine di metri dalla sede della scrivente, localizzata al centro della Valle del Tirino.
Questa mattina dietro appuntamento ci siamo recati presso gli uffici regionali, settore cave, per avere un quadro completo della situazione allo scopo di informare i cittadini di Ofena su quali potrebbero essere i pro e i contro dell’eventuale subentro di altre ditte.
È vero che il Comune di Ofena ha vinto il ricorso presentato al Consiglio di Stato, il quale si è espresso solo sul divieto del tacito rinnovo alla scadenza ventennale e non sul regolare svolgimento del bando di gara indetto dal Comune con alcune delibere discutibili per via di conflitti di interesse da parte di alcuni consiglieri comunali.
“A tal proposito, non appena codesta associazione è venuta a conoscenza dei fatti, ha inoltrato presso la Procura della Repubblica un esposto in merito allo svolgimento del bando di gara, in quanto non è stata indetta un bando a livello UE, visto che l’importo supera il limite consentito dalla legge e non è stata fatta la giusta divulgazione del caso, visto le dimensioni della superficie da coltivare, che si aggira intorno ai 35 ettari. Infatti, si tratta di una delle cave abruzzesi più grandi autorizzate sul territorio: inoltre si aggiunge, che la base d’asta era inferiore al prezzo al metro cubo pagato al comune dall’attuale ditta concessionaria.”
Torniamo ai nostri tempi.
Alcuni giorni fa, la scrivente si è recata alla procura per visionare l’esito delle indagini e nel fascicolo ha travato un indagine per un’altra. Misteri della Procura aquilana!!!
Con la nuova gara d’appalto, si rischia che la coltivazione della cava rimanga ferma per parecchio tempo, in quanto la sentenza del Consiglio di Stato non prevede alcun proroga del contratto.
Quindi, si dovrà ripresentare un nuovo progetto, per il quale verranno fatte tutte le osservazioni del caso, oltre alla valutazione di impatto ambientale, un iter lunghissimo, salvo complicazioni, che di sicuro comporterà il dissesto finanziario del bilancio comunale.
In sostanza i mutui contratti dall’amministrazione comunale verranno pagati dai cittadini ofenesi in previsione del federalismo fiscale che i comuni a breve dovranno adottare.
Nel frattempo cosa faranno gli operai che lavorano nella cava comunale?
Oltre allo stipendio che verrà a mancare dovranno pagare anche più tasse, per colpa di amministratori irresponsabili.
Una sorpresa che per Pasqua se la potevano risparmiare!!!!!
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