Gran Sasso, un disastroso commiato

L’Aquila – SI CHIUDE LA STAGIONE, INCASSI DA DISSESTO – Ha chiuso oggi la stazione sciistica aquilana: il Gran Sasso si riposa ma stavolta davvero nessuno può ragionevolmente affermare che a dicembre riaprirà. La chiusura, comunicata in fretta a furia (ad albergo già sbarrato) solo ieri ad alcuni organi di stampa, non ha colto di sorpresa nessuno. Infatti a sciare per l’ultima volta non è arrivato quasi nessuno. Solo pochi irriducibili, amareggiati aquilani o sporadici fedelissimi del Gran Sasso. A mezzogiorno tutti a casa, e lucchetti serrati. La stagione è finita. I dubbi sul futuro li consolidano due elementi: il bilancio fallimentare con incassi da dissesto, e una montagna di 7 milioni di debito, destinati peraltro a crescere. In bilico almeno 40 posti di lavoro. Il direttore Cordeschi oggi, avvicinato dalla TV, ha detto chiaro e tondo: gli incassi di quest’anno sono i peggiori degli ultimi 10 anni, o forse di sempre. Siamo l’unica stazione turistica ad avere un piano d’area che consentirebbe interventi e progetti compatibili con l’ambiente. Il piano d’area fu firmato nel 2003 tra Regione (c’era l’assessore Stefania Pezzopane a volerlo con fermezza), il Comune e il Parco del Gran Sasso.
Sono trascorsi otto anni, e non si è mossa più una foglia da quel 2003. Ora siamo al dissesto totale. Se c’è qualcuno capace di difendere la politica aquilana, dal Comune al centro turistico del Gran Sasso, su questo argomento, lo faccia subito: gli daremo tutto lo spazio che vorrà. Ma sarà uno spazio che resterà totalmente vuoto, perchè su questo argomento, come su tutti gli altri più scottanti, nessuno risponde. E L’Aquila deve inghiottire il più amaro dei bocconi, cioè l’assassinio della sua montagna. Imperdonabile.

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