Macerie e ricostruzione? Che mistero…


L’Aquila – La città non è in piedi, anzi è esattamente come due anni fa, assai peggiorata da rifiuti, ulteriori crolli, erbacce che ormai invadono le strade. Un’occhiata al centro di Paganica fa piangere. Alcune strade sono diventate piste verdi, la natura sta tornando a impadronirsi, come è normale, degli spazi dai quali l’uomo è arretrato: sconfitto sull’intero fronte. Il maltempo, ghiaccio, neve, vento, piogge, calure estive, ratti, rettili, uccelli, insetti. Le macerie sono fragili e precarie, come tutto ciò che resta della città. Sbiadisce lo scenario, è una vecchia polaroid evanescente tutto ciò che vediamo.
La confusione fa il resto.
Cerchiamo di enucleare vari momenti. Gli annunci. Chiodi dice al Messaggero: ci sono un sacco di soldi. Gli ingegneri non sono contenti di come vanno le cose. La burocrazia rallenta e frena, quanto mai indecisa ed esitante. I grandi interessi di chi ambisce a ricostruire facendo affari bussano alle porte, come le infiltrazioni mafiose di cui si è ancora parlato a San Demetrio tra giornalisti e magistrati: attenti agli insospettabili, è stato detto. Malavita da aggredire a monte, prima che ghermisca. Controllare i flussi di denaro e le banche. Progetti per le case E, bailamme indistricabile. Imprese che arraffano tanti lavori, o vogliono arraffarli, e tecnici che assumono decine, centinaia di incarichi. Meccanismi lenti, cigolanti, o fermi. Siamo ad aprile, mese numero 4 dell’anno 2011, e non si vede nulla, assolutamente nulla, quando a dicembre 2010 si era parlato con imperdonabile sicumera di scadenze di appena due anni. Un terzo del primo anno è passata. Questo per quanto attiene alla sola ricostruzione “pesante”, e tralasciando lo sfacelo economico dei commercianti senza più botteghe e negozi. Ambulanti senza più mercato (atteso da due anni).
Ma gli annunci, dicevamo, abbondano. Ogni tanto si strombazza una cascata di risorse per questo o per quello, e si ribadisce che la zona franca arriverà. Anzi: sarà l’unica d’Italia!
Tutti sembrano aver dimenticato almeno due cose.
Prima ed enorme, la totale mancanza di un progetto di ripristino coerente e possibile della città da rimettere in piedi. Tralasciando il sociale, che pure è devastato.
Seconda, ed enorme ancora di più, le macerie. Oggi circola la notizia che il sito di Barisciano sarà pronto… ad ottobre! Chi ne ha parlato, ha dedotto l’indicazione dalle parole dell’assessore Moroni, ieri sera in uno speciale di Rai Tre voluto da Bianca Berlinguer in persona, che ha spedito tre sue inviate a L’Aquila. Una ha parlato con Moroni, il quale ha ribadito che la rimozione delle macerie prosegue a ritmo lento e ridotto. Il che vuol dire, viene anche confermato, che di questo passo occorreranno molti anni: un numero imprecisato. Tanto basta a chiunque per capire che, con le macerie di mezzo, non si ricostruisce proprio nulla nè in città nè nei centri limitrofi, alcuni dei quali importanti come Paganica.
Onestamente e senza polemiche, diteci cosa dobbiamo, da cittadini, pensare e aspettarci. Tra liti, scontri, sfiduciamenti, reciproci scambi di accuse di inefficienza e inutilità. E una sfiducia incalzante – triste immagine – come il mare nero nello tsunami giapponese, che ci ha agghiacciati poco più di un mese fa.


24 Aprile 2011

Categoria : Cronaca
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