Il Comune dell’Aquila? “Se ne infischia anche di Berlusconi”


L’Aquila – Berlusconi e i suoi raccomandano di “far lavorare imprese e personale aquilano”, magari affidando loro i cantieri minori, che tuttavia sono centinaia se non migliaia. Quanto alla ricostruzione “pesante”, è un altro discorso e se ne occuperanno naturalmente chi sa quali grandi imprese o gruppi di imprese, magari non solo italiane. Gli affari sono affari… Il Comune dell’Aquila, stando a quanto avviene, fa diversamente. La denuncia è dell’imprenditore Olivero Ursini, che in altre occasioni ha scelto il nostro giornale per le sue “esternazioni”. Stavolta la storia è lineare: sono stati decisi lavori per 670mila euro nella zona della frana di Chiarino, la parte di Gran Sasso dalla quale provengono le migliori acque potabili della rete idrica aquilana e dei dintorni. La frana è datata e occorre ripristinare anche parte della viabilità. Un lavoro al quale aspirava l’impresa Ursini, il cui titolare è di Arischia e ci dice: “Da ragazzo con il piccone e la pala ho lavorato lungo la strada di Chiarino, un posto che tutti gli arischiesi conoscono bene, legato alla frazione da decennali rapporti di lavoro e di tradizione”. Dopo una interminabile procedura durata poco meno di un anno e mezzo, i lavori sono stati assegnati, dopo una gara non pubblicata. Ha vinto un’impresa di Genova. Aquilani quindi messi da parte, e questo, dice Ursini, non corrisponde alle esortazioni di Berlusconi. Date lavorare i locali? Ma no, lavorano altri, da tutta Italia, non gli aquilani.
Nell’assegnazione dei lavori c’è un dettaglio che lascia perplessi. L’attesa per arrivare ai cantieri è stata lunghissima. Ma si è adottata la procedura di urgenza. Un’urgenza che a molti è sembrata non coerente con tutto il tempo perso nell’espletamento dell’iter. Ad aspirare all’assegnazione del lavoro da 670.000 euro erano una decina di imprese locali. ma ha prevalso l’imprenditore genovese. Ursini sostiene di voler presentare denunce e di voler chiedere spiegazioni al Comune, dopo aver parlato con politici e assessori che, come avviene sempre, si palleggiano competenze e rimandano da uno all’altro. Poi a decidere sono altri, e le scelte non corrispongono – dice Ursini – a quanto più volte auspicato da Berlusconi: cioè dare spazio e lavoro ai locali. Nel cantiere di Chiarino quanto personale locale sarà utilizzato? Domanda senza risposta. Il Comune può onestamente affermare di aver fatto spazio a imprese locali? I dati sembrano dire il contrario. Comunque siamo qui pronti ad ospitare spiegazioni e repliche, se ce ne saranno. Di solito dal Comune non ce ne sono e ognuno continua a fare come crede quando crede e con chi crede. E’ così che si supporta la ripresa economica cittadina?


23 Aprile 2011

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