Gran Sasso, verso la fine annunciata
(di G.Col.) – Il Gran Sasso (nella foto capovolto, come lo hanno ridotto) affonda tra debiti e figuracce, l’ultima delle quali l’ha segnalata Luigi Faccia: niente slalom “Lui e lei”, non si può tenere la manifestazione del 1 maggio perchè nessuno sa quando chiuderà la stazione turistica. Non è stato comunicato nulla. Neppure alla scuola di sci. Roba da matti, ma è così e non c’è da stupirsi. Il Centro turistico del Gran Sasso e chi gli sta “sopra” (supponiamo il Comune) non è mai stato capace di emettere una nota, scrivere due righe, manifestarsi e comunicare con l’esterno. Storia vecchia, contorno desolante ad una gestione funerea che ha portato alla morte della montagna aquilana, sostituita da un’altra montagna: di debiti. Oltre 7 milioni. Decisioni non se ne prendono, di vendere si parla soltanto, intanto un’altra stagione è comunque finita. Oggi, sera di venerdì santo, nessuno sa quando, dove e se si potrà sciare a Pasqua. Non è stato comunicato nulla. Silenzi penosi, maschere dietro le quali non c’è nulla. Orbite vuote come quelle dei visi di cartone al Carnevale di Venezia. Qualunque cosa accadrà , sarà meglio del momento attuale, sperando che a gestire la montagna venga qualcuno da fuori. Per carità , basta con le aquilanate. Ogni pensabile limite è stato superato. Chi sa cosa pensano – se pensano – a Palazzo Margherita (simbolo del Comune che fu) e al Centro turistico. Non sentono il dovere morale di chiedere scusa e farsi da parte tutti? O di cercare chi ha causato il disastro economico? Accumulare 14.000 milioni di lire di debiti è pur sempre un cataclismatico record.
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