PdL, senatori difendono deputati
Pescara – I senatori abruzzesi del Pdl scendono in campo per difendere i colleghi deputati che hanno votato contro l’emendamento al processo breve. Nel mirino dei senatori i manifesti contro il Pdl affissi a L’Aquila che ritraggono i deputati Carla Castellani, Paola Pelino, Giovanni D’Elce, Sabatino Aracu, Maurizio Scelli, Marcello De Angelis. Il senatore Fabrizio Di Stefano ha definito i manifesti “un’opera di sciacallaggio politico perpetrato nei confronti dei nostri deputati da delinquenti che si sono nascosti dietro l’anonimato” . Per Di Stefano i manifesti oltre ad essere “falsi e vergognosi sono anche un vero e proprio attentato verso l’incolumita’ dei parlamentari”. “E’ un’istigazione al reato e conseguentemente – ha aggiunto – chiederemo ai nostri deputati di adire per vie legali nei confronti di ignoti”. Secondo Di Stefano con i manifesti si vuol far passare “un messaggio falso che istiga alla violenza in una citta’ gia’ provata”. “Questo – ha proseguito- e’ frutto di un clima che una certa parte della sinistra ha via via sempre piu’ elevato con un escalation di strumentalizzazioni e di operazioni che sono al di fuori della correttezza istituzionale”. Per quanto riguarda il processo breve Di Stefano ha sostenuto che a L’Aquila ci sarebbero ricadute solo per il reato di disastro colposo che “oggi prevede una prescrizione di dodici anni e sei mesi mentre con l’entrata in vigore del provvedimento passerebbe a undici anni e otto mesi”. “E ‘ auspicabile – ha sottolineato – che la verita’ e i colpevoli vengano individuati subito e non che si aspetti dodici anni. Il senatore Filippo Piccone ha ribadito che il processo breve ‘avra’ una ricaduta solo di qualche mese. “Mi auguro – ha aggiunto – che gli aquilani non dovranno aspettare il 2020 per vedere in manette, se ci sono, i colpevoli dei reati contestati’. Anche Piccone parla di strumentalizzazioni e di “un clima in Italia che comincia a diventare pesante. A Roma alcuni parlamentari cominciano a subire qualche minaccia. Nel ’92 – ’93 e’ successa piu’ o meno la la stessa cosa e la classe politica non ha colto bene quello che stava accadendo nel paese. Ho l’impressione che si alimenti questo tipo di attivita’ “. Anche il senatore Andrea Pastore ha puntato il dito contro i manifesti affissi a L’Aquila sottolineando che il processo breve non avra’ effetti sulle vicende piu’ gravi. Secondo Pastore si “strumentalizzano le persone colpite negli affetti in maniera canagliesca per una becera campagna politica”. Secondo Pastore “la vicenda, insieme ad altre, sta creando un clima talmente avvelenato che puo’ portare – ha detto- qualche mente poco lucida a vedere nei deputati ritratti nei manifesti e in altri, dei demoni che possono essere oggetto di ritorsioni anche violente”.
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