Ma come era costruita L’Aquila?


L’Aquila – (G.Col.) - (Colfoto: la sede Anas ormai fuori uso, e il palazzo di giustizia imbracato e ormai per metà demolito, com’era prima del sisma, e un’udienza nell’angusto edificio attuale) Le inchieste sui crolli, con vittime o senza vittime, schiudono le porte ad una serie di domande, alle quali i processi – quando e se arriveranno mai le sentenze – potranno dare solo parziali risposte. Tutte deprimenti, a quanto si comincia ad intuire. Sette rinvii a giudizio per Ingegneria parlano chiaro.
LA DOMANDA CHE SCOTTA – Domande? Possiamo riassumerle in una sola: ma come era costruita la città dell’Aquila, almeno a far data dagli anni Sessanta ad oggi? I fatti e le drammatiche immagini sotto gli occhi di tutti, in una città che con le demolizioni sta cambiando volto anche in periferia, parlano un linguaggio “costruito”, questo sì, su dubbi e travagli psicologici allarmanti. Il terremoto dell’aprile 2009, che in grande misura era statisticamente dato per inevitabile e scontato (ogni 50 anni c’è una “botta”, ogni cento o 150, volendo essere ottimisti, un colpo severo, e ogni due-tre secoli una distruzione), ha messo ko una serie di edifici “moderni”.
ECCO QUALCHE CASO – L’ospedale San Salvatore. La sede dell’Anas. Il palazzo di giustizia. La cassa di risparmio ristrutturata pochi anni fa. Il palazzo della questura. La nuovissima sede della Finanza a Piazza d’Armi, danneggiata anche se non moltissimo. Tante sedi di uffici pubblici. O di scuole. La sede della facoltà di Ingegneria. Il palazzo della Provincia. Parte del quartiere “indistruttibile” della Banca d’Italia. Il viadotto detto di Belvedere. Una serie di strutture private, molte delle quali recentissime, altre risalenti come progettazione agli anni Sessanta o a quelli successivi. Citiamo solo i casi più vistosi. Sufficienti per porsi però pesanti domande per ora senza risposte. Visto anche che un restauro, quello sì sapiente, di alcuni decenni orsono (la facciata di San Bernardino), ha dato ben diversi e ottimi risultati.

EDIFICI ANTICHI E DATATI – Normale che il sisma abbia colpito e atterrato edifici antichi o molto datati, che peraltro erano tutti regolarmente indicati da studi e documenti come a forte rischio, ma continuavano ad essere utilizzati, scuole e uffici compresi. Non erano invece utilizzati geologi e sismologi fuori dal coro, quelli che mettevano in guardia: anzi, erano emarginati o qualche volta messi alla porta.
E’ difficile spiegare cosa abbiano avuto in comune il palazzo di giustizia, l’ospedale e il viadotto di Belvedere, per fare degli esempi. Il terremoto li ha “stesi” tutti, o almeno li ha fortemente colpiti. Ora occorrono montagne di quattrini per rimetterli in piedi o per riedificarli, come già è stato fatto per la sede ANAS.
COSA PENSA LA GENTE? – Cosa deve pensare un semplice cittadino? In una zona sismica storicamente, si costruivano strutture inadeguate, fragili, troppo pesanti. E’ una pagina – di indagine – sulla storia aquilana che va scritta da capo. E’ un monito severo a chi si accinge a ricostruire o a costruire. A chi fa norme e leggi. A chi deve tenerne conto. A chi si parla addosso disquisendo su case E, centro storico, ricostruzione. A chi decide di restare e magari di darsi una casa per vivere lo stesso, sapendo che il terremoto c’era, c’è e ci sarà.
TERREMOTI, CHE NOVITA’… Lo sapevano tutti anche prima, molto prima, 50 oppure 70 anni fa. Si prova disagio a rimuginare certe riflessioni, ad accettare di essere stati sempre a rischio e di aver vissuto come se tutto fosse diverso. Anche per questo la popolazione è stravolta, gozzoviglia con psicofarmaci, soffre di ansie e insonnia, affronta la vita quotidiana con disagio che -dopo due anni- perdura, anzi si accentua. Mentre quasi beatamente, si dimentica e si soffoca ogni discorso sulla predisposizione di aree di fuga e raccolta, attrezzate per la popolazione: che non c’erano, non ci sono e a quanto pare nemmeno ci saranno tanto presto. Importante è non parlarne, altrimenti la politica se la prende a male, si turba, e allunga la lista dei giornalisti da libro nero.


20 Aprile 2011

Categoria : Cronaca
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.