Dragaggio, ormai siamo fuori di testa


(di Gianfranco Colacito) – Nessuno avrebbe potuto credere, fino ad oggi e nonostante lo squinternamento di questo nostro Abruzzo da paranoia politica, che il dragaggio del porto canale di Pescara (o si draga o il porto chiude e i pescatori vanno via) non si sia fatto, e non si faccia, pur essendo pronti i soldi per farlo. Soldi sborsati anche da chi non deve, la Regione Abruzzo. La situazione è fuori controllo e siamo tutti fuori di testa. Riassumiamo la commedia degli assurdi. Il porto ha bisogno di dragaggi dei fondali, che debbono essere periodici. Trascorrono anni e non si fanno. Tutti tacciono, dal sindaco al presidente della provincia, dalle forze politiche ai sindacati evidentemente troppo presi dalla conta dei furgoni Ducato di cui si impedisce con orgoglio la produzione. Poi i pescherecci si insabbiano e si arriva alla crisi. Strepiti e sdegni, urla e tagli di vene ai polsi. I soldi sono pronti. Tutti predicano colti da improvvise saggezze e amor di patria. Ognuno accusa ogni altro. La burocrazia continua a fare ciò che sa fare meglio: niente. Si lanciano accuse, si invoca la protezione civile e si nomina un commissario senza dargli i poteri. E’ una persona seria e quindi si fa da parte. Lo pregano di restare. Non si capisce più niente. Solo che i fondali non sono stati abbassati. Tra ritardi, solenni promesse, provano a prendersela con Chiodi, il quale dice: “State calmi, noi facciamo più di quello che ci spetta”. Alla fine si parla di ricorso addirittura al governo… Tutto questo di fronte alla semplice logica della gente, smarrita più che mai: perchè nessun burocrate viene licenziato? Perchè si tollerano anni di silenzi, omissioni, ritardi? Follia pura. E’ da tempo che ci siamo dentro fino al collo.



18 Aprile 2011

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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