Pescara, pescatori troppo pazienti
(di Gianfranco Colacito) – Forse non accadrà , ma supponete che le circa 70 barche grandi e piccole, comprese quelle dette vongolare, se ne vadano dal porto di Pescara per cercare attracco (difficile averlo) a Ortona o a Giulianova. Se accadesse, ed è probabile che la marineria – finora davvero troppo paziente – alla fine vi sia costretta, negli annali della città risulterebbe che, nel 2011, i pescatori sono costretti ad andarsene perchè il porto canale non viene dragato. Da anni e mai con regolarità . Sarebbe una pagina di storia abruzzese più nera tra le più nere, e dovrebbero cadere molte teste. Qualcuno sognerebbe la ghigliottina, che non era mica una cosa sbagliata, se ci pensate bene. Invece non cadono teste, corrono stipendi e prebende generosi (i politici si trattano bene, è notorio), c’è grande scambio di chiacchiere inutili e sfrontate, e dilaga la faccia tosta. Ognuno vorrebbe salvare la patria, ma per ora è fango. Per di più inquinato. Per altri invece (i pescatori e piccoli armatori di pescherecci) stanno cadendo i guadagni, la sopravvivenza, mentre fioccano i costi dei danni ai natanti. E’ per questo che diciamo, e confermiamo, che i pescatori sono troppo pazienti. Troppo educati e civili: non meritano una politica così. Se ne disfino, mandino tutti a casa oppure a ripulire le eliche che si impantanano nei fanghi dei fondali. Che pena, che schiaffo ad una città marinara, questa storia meschina e sporca dei mancati dragaggi.
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