Avis,più donatori di sangue abruzzesi
L’Aquila – «Nel 2010 in Abruzzo hanno donato il sangue 33.330 donatori e sono state prodotte 51.063 unità di emazie e 59.491 unità di plasma». Per quanto riguarda le emazie l’Abruzzo non è ancora autosufficiente, nello scorso anno è stata infatti necessaria l’importazione da altre regioni di 907 unità, ma «la nostra regione è autosufficiente per il plasma per uso clinico e garantisce elevati livelli di produzione di farmaci plasmaderivati». E’ quanto emerge dalla 40^ assemblea regionale Avis “Rinnovarsi per crescere. Nuove strategie per l’Avis Abruzzo”, che si è tenuta oggi all’Aquila alla presenza del presidente regionale Avis Abruzzo Pasquale Colamartino, dei presidenti delle Avis provinciali e comunali abruzzesi e di una delegazione dell’Avis nazionale.
Dati positivi anche in relazione al numero dei donatori: «rispetto all’anno 2009 – ha spiegato Colamartino – il numero delle associazioni comunali e di base Avis è cresciuto del 5% e il numero dei donatori periodici attivi è risultato pari a 17.486, con un aumento del 6,3% ben distribuito in tutte le province. I donatori Avis rappresentano il 57% dei donatori complessivi associati presenti a livello regionale». «Per quanto riguarda invece l’attività di donazione – ha aggiunto Colamartino – l’Avis ha contribuito complessivamente all’autosufficienza regionale con 26.748 donazioni che rappresentano il 44% delle donazioni effettuate complessivamente in Abruzzo, 60.806 unità comprese le donazioni da occasionali».
Sebbene «la Regione Abruzzo si posiziona al di sotto della media nazionale come numero di donazioni totali e di sangue intero – ha rilevato Colamartino – occupa comunque una posizione di tutto rilievo nel panorama nazionale, sia in considerazione del basso numero di donatori “occasionali”, che per il numero di donatori periodici e associati». Dati che rivestono una grande importanza dal punto di vista della sicurezza trasfusionale.
Nel corso dell’assemblea il presidente regionale dell’Avis Abruzzo ha spiegato le ripercussioni che le scelte operate dalla Regione in merito alla riorganizzazione della rete ospedaliera avranno sull’associazione dei donatori di sangue, analizzando il “Piano operativo 2010”.
«Nelle previsioni del Piano Operativo 2010 – ha sottolineato il presidente regionale Avis Abruzzo Colamartino – sono stati soppressi i dipartimenti di Medicina Trasfusionale, nonostante siano stati esplicitamente previsti nell’attuale Piano Sanitario Regionale e il numero delle Unità Operative Trasfusionali Complesse viene ridotto da 8 a 4. Di conseguenza la rete trasfusionale territoriale sarà destinata nel prossimo futuro ad essere costituita esclusivamente da Unità di Raccolta e Servizi di Emoteca». «La scelta della Regione Abruzzo – ha rilevato Colamartino – va in controtendenza con le scelte effettuate nella stragrande maggioranza dei casi dalle altre Regioni, che hanno finora garantito la centralità del Servizio Trasfusionale, pur dando seguito a processi di razionalizzazione e di contenimento della spesa sanitaria».
In relazione al prossimo futuro, Colamartino ha spiegato che «ci sono tre questioni fondamentali che il questo momento il sistema trasfusionale nazionale/regionale, in ottemperanza alle normative europee, è chiamato ad affrontare senza ulteriori possibili rinvii: il miglioramento degli standard di qualità e sicurezza della rete trasfusionale, l’adeguamento al sistema regolatorio europeo della produzione nazionale e regionale di farmaci emoderivati e la costruzione di un “mercato etico per la distribuzione dei farmaci plasmaderivati”».
«In questo contesto di forte accelerazione del Sistema Trasfusionale Nazionale, molte regioni del Mezzogiorno, come l’Abruzzo, che già da tempo accusavano forti ritardi in merito alla riorganizzazione del Sistema Trasfusionale Regione, rischiano adesso di rimanere totalmente escluse da questo processo di riallineamento del Servizio Trasfusionale Nazionale al contesto sanitario europeo – ha aggiunto Colamartino – Per questa ragione l’Avis Regionale Abruzzo, in accordo con l’Avis Nazionale, ha promosso la costituzione di un tavolo di monitoraggio delle Regioni del Mezzogiorno che avrà il compito di analizzare le problematiche che ostacolano lo sviluppo del Sistema Trasfusionale in questo contesto e di elaborare proposte di intervento che saranno portate all’attenzione del Ministro della Salute, della Conferenza Stato/Regioni e delle Regioni».
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