Dragaggio, marineria in rivolta – E finalmente anche la Regione affronta il problema
Pescara – (aggiornamento) – Dragaggio, adesso basta: la marineria pescarese annuncia lo stato di agitazione, che stavolta non sarà sospeso dalle chiacchiere e dalle promesse di istituzioni e politici, ma andrà avanti fino ad una soluzione seria e reale del problema. Il mondo economico non accetta più mezze promesse, parole, strette di mano: la città deve uscire dal pantano, anzi… dai fanghi. La prima azione che sarà messa in atto, sarà la “migrazione” verso i porti di Ortona e Giulianova (ben dragati e operativi), luoghi verso i quali, del resto, i pescatori debbono già dirigersi per fare i rifornimenti. Lo ha detto Massimo Camplone nel corso di una riunione di categoria, questa mattina, alla banchina nord. Pescara è del tutto impraticabile a causa dei fondali ormai altissimi.
I pescatori, dapprima incerti sul da farsi ma assolutamente concordi nel denunciare l’impossibilità di lavorare in queste condizioni, alla fine si sono ritrovati uniti sulla proposta di Camplone.
Intanto, il Tribunale ha convalidato il sequestro della buca da 400 metri cubi individuata dai carabinieri all’interno di un impianto di recupero dei rifiuti, situato a Moscufo, ma il resto dell’impianto e’ stato restituito. Nei giorni scorsi il sequestro preventivo della struttura era stato eseguito dai carabinieri di Loreto Aprutino e da quelli del Noe di Pescara dopo aver fermato un camion che aveva trasportato e scaricato li’ rifiuti speciali non pericolosi. Si trattava, a quanto sembra, dei fanghi prodotti dalle operazioni di dragaggio del porto di Pescara, regolarmente trattati, che poi sarebbero stati sistemati in una buca della capienza di almeno 400 metri cubi. Li’ i fanghi sarebbero stati miscelati e ricoperti con terra e sabbia grazie ad una pala meccanica.
LA REGIONE – Si muove finalmente anche la Regione. “Porteremo avanti una forte protesta nei confronti del governo per rivedere l’ordinanza della Protezione civile sulle operazioni di dragaggio e messa in sicurezza del porto di Pescara”. Lo ha annunciato l’assessore ai Trasporti che, proprio in virtu’ di questa azione politica che ha in animo il governo regionale, chiedera’ a Goio di rivedere la decisione di non accettare l’incarico, arrivata dopo aver letto i contenuti dell’ordinanza stessa. La prossima settimana sara’ quella decisiva per capire le reali intenzioni del governo e della Protezione civile sul porto di Pescara. “Con il presidente stiamo portando avanti un’azione che procede su un doppio binario: da un alto convincere Goio ad accettare l’incarico non prima di aver chiarito i contenuti delle sue competenze e dall’altro richiedere alla Protezione civile di riscrivere completamente l’ordinanza conferendo le competenze necessaria alla figura del commissario. Come Regione – aggiunge l’assessore- abbiamo provveduto in tempi strettissimi alla erogazione delle risorse di nostra spettanza e alla richiesta di stato di emergenza con conseguente nomina di Goio, puntando sulle sue capacita’ e conoscenze. Inspiegabilmente, i termini dell’ordinanza non corrispondono alle effettive esigenze del dragaggio e alla risoluzione definitiva dei problemi, non prevedendo ne’ somme aggiuntive ne’ competenze specifiche”. La linea tracciata dall’assessore ai Trasporti e’ pienamente condivisa del presidente della Regione che, allo stesso modo, ritiene Goio in grado di gestire, con i poteri del caso, la difficile situazione che si e’ creata al porto di Pescara. “Riteniamo questa situazione molto grave tenuto conto che il porto di Pescara e’ di interesse nazionale e la competenza e’ in capo al governo che per tanti anni ha trascurato il dragaggio la progettualita’ necessaria per rendere efficiente la struttura portuale”.
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