Elezioni, fantasia e donne assenti
(di G. Col.) – Le elezioni di maggio saranno come quelle dell’ultima volta e della volta precedente. Una noia diffusa, spalmata sulla sensibilità degli elettori abruzzesi. Eppure si voterà a maggio in ben 76 comuni, alcuni dei quali grandi e importanti, come Vasto e Lanciano. La politica delle fumose segreterie e dei centri e centrini di potere e poterino locale non ha saputo capire che è tempo di cambiare: si ripropone flebile e cadente come e peggio di prima, come le tette di una befana. Sindaci uscenti che sgomitano per restare in sella. Litigiosità furiosa dentro i partiti e dentro le coalizioni, quindi spesso liste della medesima area una contro l’altra. Pochissime donne. Programmi fiacchi e ripetitivi, proclami sonnacchiosi fatti di parole scontate e impegni sbiaditi. Ovviamente giovani e occupazione al primo posto. Spesso, però, occupazione di se stessi, dei candidati stessi, che usano la politica per accaparrarsi un gettone, uno stipendio, chi sa quali torbidi intenti di lucro nascosti dietro pà tine di rettitudine ostentata.
C’è una sola novità e viene dal Parlamento: per legge meno consiglieri e meno assessori, ovvero meno soldi alla politica. Una buona cosa, anche se per molti forzata e malvista. Gli elettori ora prendono in pugno per un mese il comando, poi tornano a subire i politici e a scegliere con il lanternino di Diogene quello onesto. Ce ne sarà pure qualcuno, diamine. Onesto e bravo? Ancora più difficile. Ma cerchiamo di scovarne almeno una risicata piccola legione, tanto per salvare la faccia e qualche civica speranza.
Non c'è ancora nessun commento.