Testimonianze dal terremoto: “Promessa”


quaerere-deumL’Aquila – Riceviamo una intensa, profonda e dolorosa testimonianza sul terremoto aquilano. La riportiamo fedelmente, condividendo dolore e commozione di una famiglia colpita con incontenibile crudeltà. Una delle tante a L’Aquila e altrove, in un evento che ci ha feriti come collettività, e lascerà per sempre i segni.
“Caro direttore, ti invio, se riterrai di pubblicarlo, questo mio pensiero peregrino. Riguarda alcuni momenti trascorsi nell’alba del 6 aprile scorso quando,insieme con mio figlio ed alcuni studenti, attendevamo alla rimozione delle macerie in piazzale Paoli in L’Aquila. Dal nido della rondine ( o della fiera ferita) una parola una sola, straziante in risposta al mio urlo di richiamo. E poi silenzio! Nessun aiuto fino alle 9,30 per un edificio dove sono state contate 27 vittime e più. Basta! Comunque, con le medaglie e le medagliette, il chiacchierio finto rimbambito e le furbizie maleodoranti! Grazie dell’attenzione.
Promessa
desuete parole
per un pensiero antico
momenti di luce
nell’orrido istante
della temuta forra:
coesistono.
Immane:
il tralcio della vite
non resiste
si sfalda
al chiarore del sole malato
né placa
l’essenza odorosa
di primavera.
Il tuo grido!
Sommuove l’ordito
del tempo:
pietruzze di vetro
luccicanti al sole:
vi amo…
Eternità
Quaerere Deum.
(tritemio)
(nella foto: Quaerere Deum, cercare Dio, secondo S.Benedetto)


22 Giugno 2009

Categoria : Cultura
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