L’Università seguita a mettere a rischio la sicurezza degli studenti (2). Ora i prof cercano il signor coraggio
L’Aquila – (ppv) – Noi riteniamo corretto il ragionamento dell’esperto in sicurezza Bruce Schneier che afferma “E’ quando un rischio smette di fare notizia che devi iniziare a preoccupartene” e quindi torniamo a fare la cronaca della situazione degli immobili dell’Università dell’Aquila ed in particolare della situazione del polo universitario di Coppito.
Venerdì scorso vi abbiamo raccontato ciò che ci hanno raccontato e fatto vedere delle persone che lavorano e frequentano giornalmente l’immobile di Coppito 2 (https://www.inabruzzo.com/?p=72293).
In particolare, è emerso lo stato di abbandono di parte dell’immobile, sono emersi i pericoli insistenti su alcune aree dell’immobile che, seppur in disuso, vengono regolarmente frequentate dagli studenti visto che non ci sono sbarramenti, è emersa la grave situazione statica della scala principale dell’edificio che ha subito una evidente rotazione e che è stata transennata alla base fin dai giorni successivi al sisma ma che, ad oggi, viene regolarmente utilizzata da tutte le persone che frequentano l’immobile, è emersa la sconvolgente situazione delle vie di fuga che insistono su una scala in cemento armato la cui uscita porta gli eventuali malcapitati fuggiaschi, sopravvissuti al crollo della scala stessa, sottoterra al piano -1 e sono emerse tante altre cose che non vanno.
Non vanno perché ci si è riempita troppo la bocca di sicurezza e prevenzione, di quanto siano importanti gli studenti per L’Aquila, in molti si sono stracciati le vesti in convegni o davanti alle telecamere, altri seguitano a stracciarsele in memoria degli studenti che avevano scelto L’Aquila come sede universitaria.
Fatto sta che la situazione, nonostante la denuncia di questa testata giornalistica ha avuto poco seguito.
Nessun politico ha ritenuto degna di nota la denuncia, nessuna rappresentanza studentesca si è preoccupata di fermare lo stato delle cose, nessun sindacato dei lavoratori ritiene importante la solidità strutturale e i parametri di sicurezza dei luoghi di lavoro e tutta la città vive felice e contenta in attesa delle manne dal cielo. Ovviamente i diretti interessati e responsabili del destino dell’Università hanno cose più importanti a cui pensare in questi giorni e anche loro non sono intervenuti impedendo lo stato delle cose (chiusura della scala incriminata, isolamento dei piani non in sicurezza e predisposizione delle vie di fuga con scala in acciaio e non in muratura).
Ci chiediamo se sia il caso di allertare direttamente i vigili del fuoco o la prefettura ma sappiamo che i portatori di interesse di detto immobile, oltre ovviamente a tutti gli studenti, sono illustri professori capaci di intendere e di volere e non ne sono pochi. Forse nei prossimi giorni qualcuno farà leggere loro le nostre denuncie. Forse qualcuno di loro lo farà tornando a Roma in autobus, qualcun altro farà spallucce e forse, fra 100 teste, una di loro avrà la coscienza di dire che qualcosa non va e coinvolgerà tutti gli altri per far riportare la prevenzione e la sicurezza degli studenti come priorità numero uno all’interno dell’Università.
Lo scriviamo perché seguitiamo a considerare anche noi la sicurezza e la prevenzione la priorità numero uno di questa città e quindi anche di questa Università. Mai e poi mai si devono invitare studenti vecchi e nuovi a venire qui a L’Aquila per studiare se non si è certi al 140% che gli immobili dove questi vivranno gran parte delle loro giornate sono strutturalmente sicuri, in sicurezza e tutti i parametri della prevenzione minima sono attivati e rispettati.
Il numero di iscritti sbandierato in ogni occasione, i fatturati dell’università ed i budget per la ricerca sono importanti ma mai quanto lo sono le vite del cliente numero uno dell’Università dell’Aquila: lo studente.
Noi abbiamo invece l’impressione che i clienti che in molti difendono all’interno dell’Università siano altri soggetti e di certo non sono gli studenti. Eppure ci sono esimi professori nella Facoltà di Economia che potrebbero consigliare le strategie del Consiglio di Amministrazione e del Magnifico Rettore. Magari facendo vanto, nelle campagne di comunicazione, della sicurezza degli immobili della nostra Università oltre che comunicare il non pagamento delle tasse di iscrizione.
Per la cronaca, visto che si parlava di cronaca all’inizio dell’articolo vi raccontiamo l’iniziativa di alcuni professori che stanno raccogliendo le firme all’interno dell’edificio Coppito 2 per depositarle nei prossimi giorni insieme ad una lettera all’attenzione del Magnifico Rettore “…nella speranza di ricevere un impegno forte per la riparazione in tempi brevi dell’intero edificio di Coppito 2” (testuali parole). Ottima iniziativa che sinceramente avremmo voluto vedere incentrata più sulle esigenze di sicurezza del cliente numero uno dell’Università che non sui problemi budget o sull’ottima ricerca che si fa all’interno di detto edificio. Sempre per la cronaca, molti professori che avevano i laboratori all’interno di Coppito 2 si stanno chiedendo fino a che punto valga la pena di continuare ad impegnarsi in questo contesto. Alcuni vanno oltre e dicono testualmente “…fino a che punto è valsa la pena di impegnarsi per decine di anni in questo Ateneo che in un momento così delicato non ci è stato vicino? Personalmente mi sono seccato di vivere questa situazione, e se non ho mollato è stato per non vanificare le speranze di chi lavora con me in questi laboratori, ricercatori, tecnici, dottorandi e studenti interni.” Altri infine provano a dare delle alternative: “…Credo perciò che le alternative siano due. Mollare tutto oppure assolutamente farsi sentire e non avere timori.“ La città osserva e silenziosa prega perche si possa tornare a parlare di speranza e di ricostruzione in un contesto sociale trasparente e proiettato unito verso le sfide del futuro. (ppv)
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