Sfollati, il Comune ci mette le mani
L’Aquila – (di Mardin Nazad) – (aggiornamentoO) – ALMENO 650 ANCORA SENZA ALLOGGIO – Problema sfollati, un problema enorme: sono ancora 39.000, dei quali 37.000 residenti nel capoluogo, e vivono sparpagliati in migliaia di case, map, appartamenti in fitto e altre sistemazioni. Diversi ancora fuori città . Il Comune intende, a due anni dal sisma, affrontare il problema con razionalità e in base ad una completa documentazione. Il piano è stato annunciato e spiegato questa mattina dall’assessore Stefania Pezzopane. “Chiediamo con la massima urgenza che tutto ciò che riguarda l’assistenza alla popolazione venga composto in un’unica ordinanza complessiva, una sorta di test unico dell’assistenza alla popolazione perché ci sono troppe ordinanze contraddittorie, attività e procedure, non esplicitate in ordinanza, che sono diventate prassi e che molto spesso finiscono per soccombere rispetto alla giurisprudenza.” Con queste parole l’Assessore Stefania Pezzopane, denuncia la complessa situazione della popolazione a due anni dal sisma. I dati parlano chiaro: sono 650 le persone che, da agosto 2009 , hanno fatto richiesta di un alloggio e ad ora ancora non lo hanno; 64 i nuclei in attesa del fondo immobiliare Europa risorse (mai consegnato terzo lotto-122 appartamenti); 345 sono le richieste cambio alloggio di diversa tipologia e 242 di cambio sito; 64 sono i Map in zona Paganica, in attesa di consegna. “Man mano che passa il tempo le persone cercano di tornare ad una normalità che prevede anche l’esigenza di una vivibilità maggiore all’interno della propria casa.- continua l’Assessore- Gli strumenti per dare risposte a queste persone sono ancora oggi insoddisfacenti. Giovedì al tavolo di coordinamento noi porremo , e lo abbiamo fatto mettere all’ordine de giorno, la necessità e l’urgenza di prendere ulteriori e nuovi provvedimenti per la gestione all’assistenza della popolazione. Non abbiamo voluto fare polemica su questi dati durante i giorni di lutto- tiene a precisare la Pezzopane- ma non possiamo nemmeno accettare che si sottovalutino. Il primo grande problema è raggiungere l’obiettivo di avere un’accellerazione fortissima sulla ristrutturazione sulle case E; sono 39 mila le persone in possesso di case che rientrano in questa classificazione, che non hanno ancora visto partire la ricostruzione perché l’intesa con gli ordini professionali è stata raggiunta solo il 29 marzo scorso. Adesso però non ci devono essere più indugi. Proporremo un’ ordinanza in cui si dice che i lavori per la ristrutturazione delle case E devono iniziare non oltre 2 giorni dalla data di comunicazione dell’ indennizzo, come accaduto per gli edifici B e C. Anche per le case dell’Ater richiederemo un’accellerazione.
Un secondo punto importantissimo è l’acquisizione di unità immobiliari da destinare all’affitto; inutile dire che L’Aquia è diventata una città dove il mercato degli affitti è una tara e un’ombra pesantissima. Abbiamo già fatto in precedenza un bando ,sulla base di un’ordinanza, al quale hanno risposto solo 28 proprietari che hanno messo a disposizione le loro abitazioni. Ventotto alloggi sono una cifra irrisoria rispetto alle necessità che abbiamo. Giovedì avanzeremo un’ ulteriore proposta alla struttura commissariale, cioè di autorizzare i Comuni a predisporre un bando,come quello già fatto, in cui si possa dare alla famiglia o al proprietario che ci mette a disposizione la casa per tre anni, un rimborso degli oneri Ici per 5 anni e in più la riduzione del reddito imponibile dell’Irpef che passi dall’attuale 30% al 50%. Quindi in sostanza incentivare le persone che hanno le case a metterle a disposizione del Comune e della SGE, in cambio di un forte vantaggio.
La terza modifica di ordinanza che proponiamo è l’Accellerazione dei tempi di rioccupazione degli alloggi agibili. Arrivano continuamente segnalazioni di alloggi dati per vuoti, ma chiamando la SGE ci dicono,ogni volta, o che sono ocupati ma non utilizzati permanentemente oppure che sono alloggi che sono stati lasciati e devono essere risistemati affinché possano essere riassegnati ad altri; ma, anche a causa del fatto che molto spesso non vengono riconsegnate le chiavi in tempi brevi, l’attesa è molto lunga. Noi proponiamo delle multe per chi non riconsegna le chiavi entro un dato tempo, perchè non può esserci questo atteggiamento di superficialità nei confronti di altre famiglie che stanno in coda e che attendono queste case.
Vogliamo ritornare anche su una serie di scelte relative al contributo di autonoma sistemazione, che è molto impegnativo per le casse dello Stato anche se sono stati presi provvedimenti importanti per migliorarlo; riteniamo che su questo contributo si debba riorganizzare la modalità di attribuzione perché emergono delle tensioni che, dopo 2 anni ,sono problematiche che hanno il segno di condizioni familiari mutate. Vogliamo che ci siano delle ordinanze precise e che non ci sia in alcun modo la possibilità di giocare sui destini delle persone..”
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