d’Annunzio, in nome del brodetto
Pescara – Sabato 16 aprile, alle ore 11, presso il Museo “Casa Natale di Gabriele d’Annunzio”, verrà presentato il libro di Enrico Di Carlo Gabriele d’Annunzio e la gastronomia abruzzese, edito da Verdone Editore, in cui sono raccolte le passioni gastronomiche di Gabriele d’Annunzio, legate alla sua terra di origine: il brodetto di pesce (foto), il Parrozzo di D’Amico, l’Aurum, la Cerasella e il Corfinio di Barattucci, liquore le cui bottiglie a forma di anfora sono state disegnate da Francesco Paolo Michetti
Saranno offerte degustazioni di prodotti della tradizione abruzzese, offerti dalla Ditta Luigi D’Amico “Parrozzo”, dalla Ditta “Corfinio” di Fausto Napoli Barattucci e i fiadoni del forno “Paris” di Pescara.
“Negli anni del dorato esilio gardesano, Gabriele d’Annunzio non mancò di manifestare l’attaccamento agli affetti domestici a Marietta Camerlengo, “fedele custode della devastata” casa pescarese. A lei, nella fitta corrispondenza, confidava il dolore che provava nel sentirsi solo, soprattutto durante le feste più importanti. In alcuni telegrammi spediti a Pescara nei giorni che precedevano la Pasqua, si legge: “Buona Pasqua. In questi giorni il ricordo e il rimpianto sono più vivi che mai” (2 aprile 1926); “La Pasqua per me è straziante ed è abolito al Vittoriale l’uso di celebrarla” (4 aprile 1928); e il 19 aprile 1935: “Auguro buona Pasqua alla vecchia casa. La mia è molto triste”. Ricordo e rimpianto che d’Annunzio cercava di lenire quasi centellinando quei tipici dolci tanto attesi, denominati fiadoni: “Prepara i fiatuni di Pasqua” e “Tantissimi fiatoni e dolci preferiti dalla Santa per voi” raccomandò in due telegrammi, il 15 marzo 1928, alla governante, con la segreta speranza, o forse illusione, di poterli rimangiare proprio a Pescara”.
(dal libro di Enrico Di Carlo, Gabriele d’Annunzio e la gastronomia abruzzese, Verdone editore, 2010)
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