Elezioni, politici attenti alla noia
(di Gianfranco Colacito) - (Nella foto: che noia) – L’urna incombe, ci risiamo. L’Italia è il paese in cui la democrazia è meno familiare a politici e cittadini, a satrapi e sudditi, ma quello in cui si vota più spesso. Sempre con minore partecipazione e convinzione – soprattutto – che si riesca votando a cambiare qualcosa. Eppure si deve: è un pessimo sistema, la democrazia, ma provate a trovarne uno migliore. Parole di un grande statista.
Il triste è che molta gente, un po’ per incultura (a scuola certo non si insegna molto) ,un po’ per sopravvenuto scetticismo, comincia a chiedersi: i paesi meno democratici, più totalitari, non staranno per caso meglio di noi? C’è gente che sta morendo in Africa per avere più libertà e democrazia: siamo certi che facciano un affare? Siamo certi che la democrazia si imponga con i caccia della NATO, mossi da null’altro se non interessi economici ed energetici? Tanti dubbi, tante incertezze. E tanta noia: la gente comincia a capire che dietro ogni fatto, c’è un tesoro economico; dietro ogni slogan umanitario o democratico, c’è il “pecunia non olet”. Marx lo diceva… Come dietro ogni consultazione elettorale, c’è voglia di potere, sete di arroganza, e di denaro. Perchè in politica ci si arricchisce, o quanto meno di campa senza mai più lavorare. Senza essere precari a 700 euro al mese. Loro sono precari, certamente, ma a 20.000 euro al mese, che garantiscono presente, avvenire e pensione. Qualche volta anche belle e costose escort. Anche se non hai alzato paglia e fatto un tubo. Anzi, i pochi onesti e laboriosi (sapete che ci sono anche politici così?) sono quasi sullo stomaco del potere…
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