Arrivederci, presidente saggio e dignitoso
L’Aquila - (Nelle foto M.N. per il nostro sito, Napolitano nel momento del commiato questa mattina a Collemaggio, e il popolo aquilano nella fiaccolata) – (di G.Col.) – La visita del presidente Napolitano oggi a L’Aquila e la sua presenza silenziosa e partecipe alla messa per le vittime del sisma ha riportato un minimo di fiducia e soddisfazione in molti aquilani, o terremotati, come purtroppo è esatto chiamarli: tutta la popolazione aquilana e del cratere è infatti intenta a condividere, amaramente, dopo due anni, la non invidiabile condizione dei terremotati. Napolitano sa impersonare a perfezione quello che è: il capo dello Stato. Con un bagaglio di storica saggezza e di coraggio personale, dimostrato sul piano politico, quando condannò – riferendosi senza problemi anche a se stesso – inopportuni e antistorici entusiasmi del comunismo italiano per l’Unione Sovietica, qualunque cosa facesse. Anche l’irruzione brutale e violenta nei paesi dell’Est che osavano prendere le distanze da Mosca: anni Cinquanta e Sessanta.
Napolitano, dunque, oggi, imparziale primo cittadino, presidente degli italiani, irritato qualche volta dalle intemperanze politiche divenute sempre più frequenti negli ultimi anni. Critico anche nei confronti del potere esecutivo lento, spesso irrisolto, lontano, arruffone, bieco, o non sufficientemente partecipe. Misurato e paziente, il presidente, ma non distratto. Vicino, infine, agli aquilani, di cui comprende lo sbandamento, il disagio, qualche volta la disperazione. Lo ha dimostrato essendo presente oggi, e raccogliendo un auspicio espresso dalla Fondazione 6 aprile per la vita: ci sia solo lui. Niente politici, niente passerelle, niente salotti tv. Se i politici vorranno esserci, ci siano, ma a titolo personale. Così è stato. Qualcuno non ha resistito alla tentazione di parlare istituzionalmente, con i giornalisti, magari con frasi ad effetto di quelle che finiscono nei titoli. Il nostro mestiere ha delle regole, dettate dai lettori, e dalla necessità di farsi leggere il più possibile. Qualche volta il giornalista ne preferirebbe altre, ma deve infine attenervisi. E raccontare tutto.
Grazie, presidente, per essere venuto a scrivere una pagina di dignità e di misura, di decoro istituzionale e di pacatezza, senza indulgenze alla demagogia. Tutto ciò è assolutamente raro in un paese sguaiato e scollacciato, da osteria portuale, specie negli orti della politica. Non siamo più abituati alla classe e al comportamento consono ad un’autorità . Che in questo caso è, dopo quella del popolo sovrano, la più alta.
Arrivederci, ma dirlo non è pura formalità . Torni, presidente, L’Aquila terremotata ne ha bisogno.
MANTINI – L’on. Pierluigi Mantini scrive: “Le parole del Capo dello Stato, a due anni dal terribile sisma del 2009, guidino la sfida della ricostruzione a L’Aquila. Il Presidente Napolitano ha parlato di cooperazione a tutti i livelli, comunale, provinciale, regionale, nazionale. Ma questa cooperazione è difficile se chi è responsabile è senza potere e viceversa.
La ricostruzione deve essere fatta con la cooperazione dei poteri ordinari, enti locali, Regione e Stato, e deve finire la logica dei poteri speciali e dei commissari. L’emergenza non può durare dieci anni. I poteri speciali ostacolano la ricostruzione e favoriscono i conflitti. L’Aquila deve risorgere più bella di prima, con un’ampia collaborazione civile e non concentrando il potere in poche mani”.
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