Funerali di Stato: il conto chi lo paga? Spaesate le pompe funebri, non si sa a chi rivolgersi


apr-09-scuola-gdfL’Aquila – Un aspetto sconcertante del dopo terremoto, che “inAbruzzo.com” ha scoperto e verificato nelle ultime ore, raccogliendo segnalazioni e voci, non partite (forse per pudore e rispetto dei morti) dalle imprese di pompe funebri: che sono, al momento, anch’esse economicamente terremotate. Infatti, il conto del funerale di Stato non lo ha ancora pagato nessuno. Secondo informazioni da noi raccolte, non solo ci vorrà ancora molto tempo, ma neppure si sa come agire e a chi presentare le fatture. Alcune delle quali superano i 100.000 euro: non bruscolini, ma pesi di piombo per l’economia di un’impresa funeraria, diverse delle quali anche danneggiate dal terremoto.
I morti del terremoto furono circa 300: non c’è ancora una cifra ufficiale, ma le fonti istituzionali parlano di 298. Altri affermano che le vittime sono più di 300. Poco cambia, per quanto vi riferiamo oggi. Le bare dei famosi funerali di Stato, presenti appunto i vertici dello Stato, furono allineate in una indimenticabile immagine emblematica nel cortile della scuola della Finanza. Le immagini, che vi riproponiamo, rinnovano lo sgomento per una scena senza precedenti a L’Aquila. Cerimonia (senza inno nazionale, fa notare qualcuno) e discorsi ufficiali. Commozione. Tv di tutto il mondo. Ma che sia stato un funerale di Stato, ci si chiede oggi, dove era scritto? A noi nessuno ha saputo dirlo, nelle nostre ricerche di oggi. C’è un decreto? Una lettera? Che sia stato funerale di Stato, vuol dire che a pagare dovrà essere lo Stato. Ma come, dove, per mano di chi?
“Al Dicomat – ci confida anonimamente un imprenditore – dove mi sono rivolto per sapere a chi consegnare la fattura, mi hanno guardato come un marziano, e soprattutto non mi hanno spiegato niente”. Verifichiamo presso altre imperese funebri: più o meno stessa cosa. Uno ci dice: “Mi dovrò far raccomandare?”. Forse sì, l’Italia è immutabile.
Non solo non si sa chi deve pagare, ma neppure a chi rivolgersi e saperne qualcosa. Al Comune, alla Prefettura, alla Protezione civile? Sarebbe civile, e corretto, se la Protezione civile emanasse una nota per chiarirlo. Il Comune non ha nulla da dire? Anche le imprese funebri sono gestite da cittadini che pagano le tasse.
E’ vero che, dopo 70 giorni di incertezza e attese, le imprese si stanno rivolgendo alle delle vittime? Non risulta, almeno secondo quanto assicurano gli interessati. Chi fosse a conoscenza del contrario, ci invii copia della fattura presentata: la pubblicheremo omettendo il nome della vittima. E’ vero, però, che lavorando di logica e sui fatti noti, committenti del funerale sono alla fine le famiglie. E non lo Stato. Ci mancherebbe anche qualcosa del genere, in questa tragedia che comincia a mostrare, accanto al volto del dolore, anche il volto dell’assurdo, del ridicolo, dello scandaloso. Ci siamo quasi, speriamo di non arrivarci. (G.Col.)


20 Giugno 2009

Categoria : Cronaca
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