Ricostruzione, a L’Aquila lobbies in azione?
L’Aquila – (di Giampaolo Ceci) – Il sindaco afferma che all’Aquila ci sarebbero delle lobbies che cercherebbero di trarre vantaggio dai miliardi della ricostruzione. Ma va! Chi se lo sarebbe immaginato! Prima di procedere nel ragionamento bisogna premettere un’ovvietà: avere potere e notorietà è gratificante per l’essere umano.
Con le dovute eccezioni, chi fa politica di solito non è diverso dagli altri. Anche essi aspirano ad occupare posizioni apicali e a “contare” nelle decisioni importanti, seppure non necessariamente per un proprio tornaconto economico personale.
In democrazia però il potere di comandare si conquista coi voti. Bisogna convincere la gente. Non è mica facile! Semplificando molto; ogni politico può percorrere strade diverse.
Alcuni politici ottengono larghi consensi tra coloro che hanno i loro stessi principi etici o ideologici, altri fanno leva sulla stima o sulla propria autorevolezza altri sulla coerenza del proprio comportamento, altri si rivolgono direttamente a gruppi di interesse già organizzati (lobbies) per mettersi al loro servizio e raccogliere così in un solo colpo, un gran numero di consensi, altri ancora volano più basso e cercano i consensi cercando di soddisfare i bisogni contingenti dei singoli elettori altri ancora fanno tutte queste cose assieme.
Il politico che si candida ad elezioni, quindi è quasi obbligato a cercare lobbies di riferimento che lo sostengano o che gli permettano di rendersi utile, come direbbe lui.
Le assunzioni, gli appalti di lavori e forniture pubbliche sono da sempre una grande opportunità per farsi nuovi amici o accontentare quelli vecchi.
In questa logica, quindi le lobbies di interessi comuni hanno buon gioco. Come sorprendersi quindi se nel grande calderone degli affari del sisma, le lobbies premono sui loro referenti politici perché siano varate disposizioni che le aiutino nei loro legittimi interessi? E perché sorprendersi poi che i politici locali stiano al gioco? Mi sorprenderei del contrario.
Il concetto di fondo è che un politico ha oggettivamente bisogno di consensi e quindi, se retto da interessi non generali, deve necessariamente fare anche presa su quella fetta di elettori non ideologizzati che ti promettono il loro voto solo in ambio di promesse e favori.
Perché i politici Aquilani dovrebbero essere diversi? Quante occasioni di arricchirsi si presentano colla ricostruzione? Se non fosse una vera tragedia per molti, anche a me “verrebbe da ridere”.
Il sindaco quindi, non dovrebbe evidenziare che vi sono interessi di diverse lobbies appoggiate da politici locali, ma piuttosto dovrebbe evidenziare che c’é un palese contrasto in atto con quelle nazionali, anche esse appoggiate dai soliti politici, ma questa volta “nazionali”.
Le piccole lobbie Aquilane vorrebbero gestire loro tutti “gli indennizzi” statali. Si illudono!
In questo senso vi sono già i segnali della sconfitta; basterebbe analizzare in quali paesi sono andate fino ad oggi le risorse del sisma o leggere i criteri adottati nei bandi del Provveditorato alle OO PP per l’affidamento di Opere pubbliche che sembrano tarati proprio per favorire grandi imprese nazionali.
Come se non bastasse anche le lobbie delle università ha fatto sentire la sua. I sindaci del cratere hanno stipulato convenzioni con le Università Italiane per delegare loro tutti i progetti dei piani di ricostruzione.
A mio avviso, una decisione errata quanto sprovveduta. In pratica hanno deciso di “regalare” consistenti fette di denaro alle Università togliendole ai professionisti Abruzzesi e quindi alla ricrescita dei loro territori e mi fermo qui.
E’su questo delicato terreno di mediazione e di interessi legittimi con le potenti lobbie nazionali che, a mio parere, i politici locali devono fare quadrato, magari superando sterili personalismi e manie di protagonismo se non vogliono che le lobbies nazionali “si mangino tutto”.
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