Costantino faceva più del comune…


L’Aquila – Il giornalista indipendente Emidio Di Carlo (foto) scrive: “Si risponde alla nota diramata dall’Ufficio Stampa del Comune di L’Aquila (mi sia consentito la correzione del nome esatto della città!), nonché alla lettera Prot. N. 156 del 1° marzo 2011, del Servizio Assistenza e Politiche Abitative, in risposta a quanto detto dal sottoscritto sulla mancata corresponsione del Contributo di Autonoma Sistemazione (CAS), anche alla luce di quanto precisato (e condiviso?!?) nell’incontro del 1° aprile dall’Assessore, Stefania Pezzopane.
Contestualmente alla riconsegna delle chiavi dell’alloggio del Progetto CASE sito in Cese di Preturo, con procedura straordinaria (01-02-2011) sono state compilate istanze per c.a.s. relativamente a due specifici nuclei familiari: quello della Di Carlo Stefania e quello del Di Carlo Emidio. Entrambi sono stati firmati e consegnati all’avv. Petullà, per il relativo proseguimento. Nelle istanze la Di Carlo Stefania ha indicato anche il codice IBAN di riferimento bancario; il Di Carlo Emidio ha barrato la casella “quietanza diretta presso la tesoreria comunale”; indicazioni, queste ultime, rese necessarie dal fatto che i due nuclei familiari presentano, annualmente, dichiarazione dei redditi disgiunte. Di conseguenza, appare del tutto arbitrario potere trasformare due nuclei familiari giuridicamente distinti e costituiti in “un unico nucleo fiscale”, sia pure inseriti nello stesso numero civico antecedentemente al sisma (per scelta insindacabile delle parti).
In effetti, l’accorpamento nel Piano CASE di Cese di Preturo dei due nuclei familiari è stata, da una parte, una concessione dei medesimi nuclei al Comune per evitare di pesare sulla spesa pubblica e per consentire l’attribuzione di alloggio ad altro nucleo familiare; dall’altra, un’imposizione, suggellata con contratto di assegnazione alla Prof.ssa Stefania, richiedente, con la posizione in comodato del nucleo separato dei genitori. A tutt’oggi i due nuclei familiari suddetti, che restano separati-insieme, risultano “rifugiati” in un unico spazio immobiliare per una nuova procurata emergenza scaturita dalla mancata applicazione dell’art.12 del contratto di affitto stipulato con il Comune il 29 settembre 2009.
Per quanto attiene alle lettere di comunicazione: quella della SGE per l’imposizione del rilascio dal Progetto CASE non è mai pervenuta; la seconda, inviata dal Servizio Assistenza e Politiche Abitative, datata 1 marzo 2011 è stata consegnata a mano dall’Assessore, Pezzopane nell’incontro del 1 aprile 2011. Resta evidente un “disservizio postale” poiché né le raccomandate né la posta ordinaria riescono a giungere misteriosamente ai destinatari.
Dal contenuto della lettera e relativa nota diramata dall’Ufficio Stampa si evincerebbe che ad un gran numero di famiglie sarebbero state liquidate somme c.a.s. superiori al dovuto. Per quanto riguarda il sottoscritto si richiama la documentazione presentata in data 30 dicembre 2009 con scheda di interruzione CAS e quietanza di restituzione, tramite tesoreria della somma non dovuta.
La lettera del 1 marzo 2011 chiude con la richiesta di comunicare come il c.a.s. “oggi richiesto” debba essere erogato, considerato che la somma di 600 euro deve essere divisa per le 4 persone residenti nell’immobile di Via Svizzera 11, a tutt’oggi inagibile. Dopo quanto detto – al di là delle intenzioni espresse dalla stessa Pezzopane finalizzate a “creare un tavolo tecnico di coordinamento per ridefinire il sistema di assistenza alla popolazione”– appare evidente che il c.a.s. va ripartito nella misura precisata dalle ordinanze ministeriali ben note al Servizio Assistenza, in rapporto ai singoli nuclei familiari, giuridicamente composti e riconosciuti; pertanto il contributo c.a.s., nella fattispecie, non può essere cumulato, attribuito e corrisposto in modo univoco neanche se l’obbiettivo è quello di ridurre le spese di gestione dei terremotati . In ogni caso, dovrà essere palese il criterio adottato dall’Amministrazione nella ripartizione spettante ai due nuclei familiari.
Dulcis in fundo: il Comune ignora il “lievitare vertiginoso ed ingiustificato delle locazioni a L’Aquila dopo il 2009”; non realizza un calmiere dei prezzi, come quello del pur sempre “folle e sanguinario persecutore dei Cristiani”, l’imperatore” dalmata Diocleziano. “La caccia alle streghe e i tribunali dell’Inquisizione sono e debbono essere utili”, ma “l’aquilanità è integrità, coerenza e personalità”.


02 Aprile 2011

Categoria : Cronaca
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