Lo abbiamo dimenticato?


L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – Solo una messa nella chiesetta di San Pietro della Ienca, domani 3 aprile, per il sesto anniversario della morte di Giovanni Paolo II, Carlo Woytjla, l’Uomo che costrinse il mondo a meditare sul terreno e sull’ultraterreno. L’Aquila, che gli fu davvero cara, non ha programmato neppure un momento per un personaggio al quale ha saputo dedicare solo un’anonima cima del Gran Sasso. Se non fosse stato per Pasquale Corriere, molti di quel papa speciale non saprebbero quasi nulla. Nei primi anni ’80, Woytjla comparve per la prima volta sul Gran Sasso e la notizia, lanciata dall’Agenzia AGI di cui chi scrive era caposervizio in Abruzzo, girò davvero attorno al mondo, suscitando anche dubbi e incredulità. Ma era vera, anche se sconcertante per quegli anni remoti. Poi la sequenza delle visite ufficiali in Abruzzo e a L’Aquila in particolare, le sue presenze sulle montagne come visitatore “privato”, le sue “scappatelle” verso l’Abruzzo preferibilmente il martedì.
Giovanni Paolo II preferì l’Abruzzo, forse presagiva cosa sarebbe accaduto nel 2009, e voleva amarlo con particolare tenerezza. E con semplicità strepitosa. Memorabili le sue ore di svago e di solitudine accanto alla scabra chiesetta di pietra alla Ienca, seduto su un macigno a sbocconcellare un panino (disse chi lo aveva visto dalla finestra di una casa vicina). La terra di Celestino V conosceva restando a bocca aperta un altro personaggio senza uguali, vestito da pontefice. Oggi pare averlo messo da parte, neppure ricorda il sesto anniversario della sua morte, del suo “ritorno al padre” che commosse semplicemente il mondo, credenti e non credenti: se ne andava un protagonista – anche discusso da qualcuno – della storia del mondo moderno. Sarebbe giusto e nobile che L’Aquila facesse più di quel poco che ha fatto (Pasquale Corriere, da solo) per il futuro beato. Sarebbe anche suo interesse materiale spremersi le meningi per rendere un omaggio giusto ad un suo “cittadino” . Le converrebbe, invece di farsi del male con la politica e con le diatribe. Anche questo sarebbe ricostruzione.


02 Aprile 2011

Categoria : Cronaca
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