Imprese e professionisti, nemmeno un euro
L’Aquila – Per imprese, commercianti, artigiani, liberi professionisti e tutti coloro che, stroncati sul piano delle loro attività dal terremoto, non è arrivato neppure un euro. Fino ad oggi, gli impegni e le promesse di Berlusconi e di Bertolaso sono rimaste lettera morta. Sono trascorsi due mesi e mezzo dal crollo della città e del suo cuore economico. Comincia, per molti, a diventare difficile sopravvivere. Occorrono soldi, euro per comperare un paio di calze, per la benzina, per fare un po’ di spesa: qualcuno sta dando fondo ai propri risparmi, altri sono già andati in banca per chiedere aiuto. Qualche banca tende l’orecchio, qualche altra nicchia, qualche altra dice “vediamo”. Si sa com’è quando si ha bisogno di qualcuno o qualcosa. Se ti va bene, ti dicono “vedremo, ripassi la settimana prossima”. Difficile spiegare perchè il meccanismo dell’erogazione dei famosi 800 euro mensili agli imprenditori e ai professionisti, e di altre somme ad altre categorie ridotte all’impotenza dal sisma. Non occorreva attendere l’approvazione del decreto, ci viene spiegato dagli interessati. I pagamenti potevano avvenire e probabilmente le risorse erano state messe a disposizione dallo Stato e dalla Protezione civile. Non si può negare che il governo abbia agito velocemente e con le idee sostanzialmente chiare fin dai primi giorni. E’ a valle, forse localmente, che il congegno si è intoppato: uffici locali, enti che hanno il compito di fare questo e fare quello, e nel caos non riescono a farlo. Uffici senza il personale necessario, senza sedi, senza documentazione, senza computer? Oppure, semplicemente, uffici abituati a fare le cose in troppo tempo, lenti, farraginosi, non abituati a situazioni di emergenza in cui il burocrate deve adoperare il cervello e inventarsi delle soluzioni. In molti casi, ci viene riferito da un artigiano-commerciante, è impossibile lavorare (e quindi non aspettare gli aiuti del governo, ma darsi una mano da soli), perchè non viene riallacciata la linea telefonica fissa: quindi niente fax e niente internet. A chi era stato promesso l’allaccio per il 1 giugno, nella zona nord-est, è stato poi comunicata un’altra data: addirittura il 30 giugno.
In situazioni così drammatiche (e quella aquilana lo è forse più di quanto tanti immaginano) non è utile far polemiche, muovere accuse, criticare e malgiudicare il lavoro degli altri. Bisogna invece cooperare, tentare di aiutare la baracca, ognuno per quel che può. Lo facciamo segnalando questa situazione che riguarda migliaia di persone e famiglie ormai in serie difficoltà . “Vivo perchè mia madre ha uno stipendio” ci ha detto un giovane imprenditore che tenta di restare a L’Aquila e di fare ciò che faceva prima. Se è così, qualcosa non funziona da qualche parte. Torneremo sull’argomento.
Intanto, Ugo Centi sul suo Controaliseo continuare ad aspettare risposte dal sindaco. La domanda, ripetuta da giorni, è: “Si è fatto autorizzare dalla Protezione Civile ad utilizzare la società pubblico-privata “Sed”, il sindaco Massimo Cialente, per distribuire i bonus da 400 euro per le autonome sistemazioni ai cittadini che ne hanno diritto. Una curiosità : visto che la società è di diritto privato, ci saranno oneri per le casse pubbliche per questo servizio? Si attende una cortese risposta”.
Un’altra domanda l’aggiungiamo noi: esiste un collegamento tra il SED e i soldi che non arrivano? I ritardi e i problemi dipendono forse dal SED? Come Centi, attendiamo risposte. E come Centi, siamo propensi a credere che non ne arriveranno. Nè dal Comune, nè dal SED, nè da altri.
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