Non solo All in One Spee, tutti a rischio nell’area industriale di Pile


L’Aquila – DA SEMPRE PERICOLO ESONDAZIONE, PERCHE’ AZIENDE AUTORIZZATE? – Non è soltanto la All in One della Spee (Luciano Ardingo, investimento complessivo fino ad oggi 15 milioni di euro) a rischio e sotto una campana di vetro che la immobilizza, bensì tutte le aziende sorte o in insediamento sulle aree della zona industriale di Bazzano. Il rischio ha un nome: esondazionedel fiume Aterno. L’incredibile novità (ma per molti non lo è affatto: si sapeva da anni ed esistono documenti a provarlo) è emersa oggi nella conferenza dei servizi, presenti il Comune, il consorzio degli industriali e la All in One. Secondo indiscrezioni purtroppo del tutto attendibili e fondate, non sarà solo a All in One a bloccarsi e ridimensionarsi, bensì tutti gli insediamenti previsti o in realizzazione. Suona la campana a morto per lo sperato, ipotizzato sviluppo aquilano.
Problema sul tappeto oggi: il no (incredibile) del Comune ad un nuovo insediamento della Spee, un sito industriale altamente tecnologico. Il no dopo otto mesi di attese e di estenuanti contatti di Ardingo con il Comune che non dava risposte. Poi la risposta: in pratica non si può. Ardingo, che è un imprenditore e quindi ormai stanco dei metodi aquilani, porta tutto a Milano, 40 posti di lavoro e investimenti per alcuni milioni. Ma alla stampa spiega: non intendo andarmene da L’Aquila, la Spee resta e anzi crescerà a Pile, investirò risorse, sono aquilano e – nonostante il Comune – intendo rimanere. Il Comune aveva dapprima invocato motivi e scartoffie di natura diciamo paraburocratica per il suo diniego, poi, scoppiato il caso, viene fuori (solo oggi) che non solo a Pile non si può ampliare nulla, ma che è da verificare persino la presenza di ciò che già opera. Sì, perchè c’è la possibilità di esondazioni e allagamenti nelle piene del fiume. L’ultima a dicembre scorso. Ovviamente, se vale per la Spee, vale anche per tutti gli altri imprenditori. Nei pressi c’è persino la Dompè: figuriamoci. Centinaia e centinaia di posti di lavoro e possibili ampliamenti che, a questo punto, diventano problematici.
Il fiume non è arrivato per incanto a Pile, come le aziende nella zona di sviluppo. La loro presenza è un processo che dura da anni. Nella piena consapevolezza di tutti i politici, le istituzioni e gli amministratori succedutisi negli anni. Il pasticcio all’aquilana si gonfia, deborda, diventa un mostro di insipienza, affarismo, disonestà amministrativa. Una città che si scopre costruita sugli equivoci e sullincoscienza totale. Tale quale alla sua area di maggiore sviluppo demografico ed edilizio, Pettino, tutta sdraiata – chilometri di case, residenze e ville – su una faglia sismica arcnota a tutti da più di un secolo.


30 Marzo 2011

Categoria : Cronaca
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