L’Aquila, che succede al Gran Sasso? Pescara perde per ora il porto turistico
L’Aquila – L’ABRUZZO CHE NON VA AL MARE COME IN MONTAGNA – CIALENTE ORDINA LA RIAPERTURA DELL’ALBERGO – Un manto di copertura, come ormai quasi sempre e su tutto avviene a L’Aquila, città divenuta davvero omertosa, a livello istituzionale, è sceso sulla sconcertante vicenda della chiusura (da otto giorni) dell’albergo a Campo Imperatore. Il comune tace. Il centro turistico tace. I gestori parlano con un cartello che sbatte in faccia ai turisti la decisione di chiudere per guasti. Senza indicare la data di riapertura. Stasera si apprende – ma non ufficialmente – che il sindaco he messo un’ordinanza (che vi riproduciamo nella foto in evidenza) per la riapertura. Grazie ad alcune foto, vi documentiamo che le condizioni dell’albergo sono quanto meno precarie e che i guasti ci sono, e come. Quanto tempo occorrerà per ripararli?
Ma ci sono anche altre domande. A chi compete la manutenzione? La cessione della gestione è trentennale, quindi la manutenzione non è problema secondario. Se tanti guasti si sono sommati, tanto da dover richiedere la chiusura e lunghi lavori, chi avrebbe dovuto verificare le condizioni della struttura, intervenire se necessario, garantire una funzionalità diciamo appena ordinaria? Unica certezza è che chiudere nello scorcio di una stagione cominciata male e in ritardo, e chiudere proprio alla vigilia di Pasqua, è una catastrofe, una mazzata al turismo montano aquilano, che è di suo il più scassato, malconcio e rattoppato dell’intero Abruzzo. Un bubbone, insomma, che scoppia e si somma agli altri guai aquilani. Non se ne sentiva il bisogno. Ci sarebbe bisogno di chiarezza e precise prese di posizione, ma aspettarsele in questa città dalle istituzioni. è come dare la caccia agli alieni: anzi, forse cercarli e magari trovarli potrebbe essere più agevole.
PESCARA – Intanto a Pescara si fa forse di più e di peggio: si chiude il porto turistico, perchè i fondali non sono stati dragati da anni e sono diventati alti al punto da bloccare l’ingresso del porto a natanti che pescano più di un metro e mezzo. Cioè tanti. Barche bloccate in porto, quindi, e proprietari costretti a pagare ugualmente gli onerosissimi canoni di affitto. Tutta questa storia l’abbiamo raccontata più di una settimana fa, ma solo oggi è “scoppiata” sui giornali e in tv. Con tanto di promesse e impegni solenni a risolvere il problema entro un mese e mezzo. Cioè a stagione iniziata. E fino ad oggi cosa hanno fatto? Un beato tubo di niente. Come per il porto canale, mancano i dragaggi e non si sa perchè o per colpa di chi. Sul problema si taceva beatamente, forse tentando di non farlo emergere agli occhi dei cittadini e degli operatori commerciali, letteralmente esterrefatti. Se L’Aquila uccide la montagna, Pescara se la prende con fondali, porti e mare. Giusto, è una città di mare…
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