Lavoro: vicende Sevel e Air One
L’Aquila – SEVEL – Ancora un sabato di lavoro, quello di oggi, alla Sevel di Atessa, dopo tre altri sabato – nelle settimane precedenti – di braccia conserte a causa di scioperi proclamati dalla Fiom CGIL contro le nuove direttive Marchionne. Poi, evidentemente, è prevalso un atteggiamento differente: basta vantarsi di aver impedito la produzione di 150 furgoni Ducato ogni sabato di sciopero, e via a intenzioni più correttamente sindacali: chiedere al padrone piani aziendali e progetti di crescita. Visto anche che la Sevel va bene, vende, ed è proprio per questo che chiede di lavorare anche il sabato. Sarebbe farsi male e far male ai lavoratori ostacolare la produzione, non appena si avvertono segnali di ripresa. Chiedere è lecito. Sfasciare tutto un po’ meno.
AIR ONE TECHNIC – I lavoratori della Air One Technic, azienda specializzata nella manutenzione degli aerei, hanno trascorso un’altra notte sul tetto, anche se si sono lasciati convincere dalla polizia a scegliere posizioni meno pericolose: un terrazzo più sicuro per l’incolumità di tutti. L’azienda dovrebbe chiudere a fine marzo e i lavoratori dovrebbero prendere altre destinazioni. Per ora sono in mobilità , situazione che un pool di autorità di Chieti e Pescara ha chiesto di rimuovere. Per la Air One ci sarebbe la possibilità di una cordata di imprenditori locali, che tuttavia esigono garanzie. Lavoro e commesse per almeno tre anni, o comunque garanzie per un fatturato adeguato all’impegno che dovrà essere assunto per salvare azienda e dipendenti. Ci saranno altri incontri e iniziative, e qualche tenue speranza di farcela dovrebbe esserci. I lavoratori restano sul tetto a oltranza.
Non c'è ancora nessun commento.