Niente paragoni per carità, però Tokyo…

(di Gianfranco Colacito) – Tra L’Aquila e Tokyo non esisteva neppure una parvenza di condivisione, se non la sismicità, altissima in Giappone, alta in Abruzzo. Un filo tenue e indeciso, eppure reale. La natura ha accostato le due terre in altrettante catastrofi, due anni la prima dalla seconda. Niente paragoni, per carità, ma una pacata meditazione. Prima di tutto la generosità dei Giapponesi, che hanno donato a L’Aquila un auditorium (prestissimo sarà pronto, ha detto oggi Gianni Letta, forse ad aprile). Da amici potenti e illustri non abbiamo avuto nemmeno un dollaro bucato di generosità. Dal remoto impero d’Oriente, amicizia concreta. Oggi apprendiamo dalla radio che nell’area terremotata giapponese stanno già ricostruendo, con precisione, decisione, volontà indomabile, serietà esemplare. Tutto dovrà essere come prima del grande cataclisma. Come se non fosse accaduto nulla. E hanno già principiato a mettere in pratica questo proposito, che è una decisione incrollabile, assunta dalle autorità senza l’allucinante, offensivo balletto di litigi e competenze, interferenze politiche, voglia di affari, che ci ammorbano in Italia. Lì non è passato mezzo mese, e già ricostruiscono, qui due anni e siamo ancora ai cronoprogrammi, una delle cose più ridicole e menzognere che abbiamo saputo inventare per fregare la gente. Il filo tenue che ci univa al Giappone è oggi più consistente. Attraverso quel filo, ci giugono l’amicizia di un popolo di millenaria civiltà ed educazione, che ci dona musica; ma più ancora, ci perviene un esempio di cui dovremmo fare la regola della nostra vita. Se non fossimo quei pagliacci senza sorriso che siamo, ingordi, confusionari, pavidi, scaricabarile.