Tenta suicidio per “rigore” SGE
L’Aquila – Rigore e serietà ? Andrebbero benissimo, se ve ne fossero sempre, dovunque e per tutti. Un uomo al quale la SGE (Struttura gestione emergenza) non intende dare ascolto, ha tentato questa mattina di suicidarsi, o quanto meno di inscenare una manifestazione “forte”, per farsi finalmente ascoltare da chi non sente ragioni. La situazione è di quelle che, in un altro posto in una situazione drammatica come quella aquilana, verrebbero risolte con un colloquio di cinque minuti. Qui no, tutto è difficile, i burocrati sono tenaci e spesso inflessibili anche di fronte a valide ragioni. Oppure semplicemente sordi? Chi sa. L’uomo non ha più diritto, secondo la SGE, a un alloggio del progetto CASE, perchè la sua abitazione è tornata agibile. Non conta nulla che non abbia i servizi e in particolare l’acqua e il gas. Per la SGE, bisogna rientrarvi punto e basta, perchè così dicono le carte, le firme, i timbri. Uno più uno fa sempre due per i burocrati. Ma l’uomo non ne può più di spiegare, colloquiare, farsi sentire, dimostrare (come se fosse necessario…) che in una casa senza servizi non può tornare. Lo farà quando chi deve compiere gli allacci, li avrà compiuti. Non basta. Sfratto comunque. E allora, scena spiacevole, di quelle che non dovrebbero accadere: minaccia di suicidio. Dentro la SGE, che a sua volta è dentro la scuola della finanza, e proprio mentre a L’Aquila si trova Letta. Ora, forse, qualcuno riuscirà a capire che la situazione è differente dalle altre e che le cartacce firmate a scarabocchi valgono zero di fronte ai fatti. Prima acqua e gas, poi rientro in casa.
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