“Spee scacciata: una storia assurda, offesa per i giovani e il lavoro”
L’Aquila – OTTO MESI DI ATTESA E POI IL COMUNE DICE ‘NIET’ – (di Giuseppe Molinari, arcivescovo dell’Aquila) – Otto mesi fa la società ALL IN ONE (azienda appartenente al Gruppo SPEE) ha presentato algli uffici competente un’istanza prodotta “mediante procedimento semplificato” per l’approvazione di un progetto di ampliamento industriale della stella ALL IN ONE nel nucleo industriale di campo di Pile.
Il nuovo insediamento industriale prevede una occupazione di quaranta tecnici e un investimento di quattro milioni di euro.
Dopo otto mesi la risposta degli uffici competenti è stata “il diniego del permesso a costruire”.
Nella documentazione prodotta in risposta ci sono evidenti contraddizioni e motivazioni inconsistenti.
Risultato molto negativo e amaro per la nostra città: la società ALL IN ONE sta seriamente valutando l’ipotesi di dirottare l’investimento a Milano (anzi…sembra che sia già tutto deciso per l’opzione Milano. In questo campo non si può perdere tempo!).
Come Aquilani ci vengono spontanee delle domande: perché succede tutto questo? Perché questa mancanza di attenzione alle imprese aquilane che vogliono ampliare e consolidare la loro presenza sul territorio?
Queste imprese andrebbero incoraggiate e premiate per i loro sforzi e per il coraggio di investire in una città e in un territorio così feriti dal terremoto.
Perché queste imprese non vengono valorizzate e aiutate? Perché, addirittura, vengono ostacolate e penalizzate?
Mi piacerebbe tanto avere qualche risposta.
Non per una stupida curiosità. Ma perché questo comportamento da parte di alcuni nostri amministratori è incomprensibile. Anzi è assurdo. È un suicidio!
Forse c’è ancora tempo e possibilità di far prevalere il buon senso e la ragionevolezza. Non si può solo rimproverare il Governo e lo Stato. Dobbiamo, come Aquilani, chiederci continuamente e verificare se le nostre Amministrazioni locali stanno facendo tutto il loro dovere.
Nel caso della ALL IN ONE non sembra proprio.
La rinascita della nostra città passa anche, e soprattutto, attraverso una politica che valorizza le imprese locali e le aiuta a crescere, ad essere strumenti efficaci e moderni per la ricostruzione.
Ostacolare queste imprese, costringerle a lasciare la nostra città non solo è un danno grave per tante famiglie (dove non c’è lavoro), ma è anche una scelta irresponsabile e criminale.
E la nostra città ha bisogno di ben altro!
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