Tassa disgrazie? “Nemmeno costretti”
Teramo – I sindaci del Teramano, alle prese con danni e lavori urgenti dopo l’alluvione, sono perentori: alla tassa sulle disgrazie il governo non deve neppure pensarci. Non ci staremmo nemmeno se fossimo costretti. Anzi, se le cose non cambiano, metteremo in atto manifestazioni e proteste che non si sono mai viste. E’ il succo del vertice – a tratti anche concitato – tenutosi oggi a Teramo, con i sindaci schierati di fronte al presidente Chiodi e all’assessore alla protezione civile regionale Giuliante. Riunione lunga, conclusasi poco dopo le 18,30, e un ammonimento: se non arriveranno i soldi per i danni, sarà la rivolta del Teramano. Una mobilitazione generale, non bipartizan, molto di più: sindaci di ogni colore politico. Domani a Roma, chiedono i primi cittadini dei centri allagati, infangati, stravolti da inondazioni e tracimazioni di fiumi mai dragati e sottoposti a manutenzione da nessuno, la Regione chieda una modifica al decreto milleproroghe. Lo faccia la conferenza Stato-Regioni. Lo faccia qualcuno, e ottenga risultati. Pronta la risposta della Regione. Il presidente si impegna per sostegni immediati, e promette altri 10 milioni di euro, decreto già pronto, solo da firmare. Giuliante a testa bassa difende i sindaci e conferma di essere schierato nei confronti del Ministro Tremonti, come del resto altre regioni del Sud, che chiedono semplicemente di essere trattati come i veneti. Ma per il consigliere regionale del PD Ruffini “èuna strategia debole, Chiodi si deve far sentire e alzare la voce a Roma”. I sindaci, tra le altre misure, chiedono anche sgravi fiscali per le zone colpite e indicate dagli stati di emergenza riconosciuti. Si fa strada l’idea di nominare un commissario per l’alluvione che per la Regione potrebbe essere il capo di un’istituzione teramana, per altri lo stesso presidente Chiodi. Il quale è commissario in una sequela di altre situazioni, tra le quali la ricostruzione della zona terremotata, e ovviamente la sanità abruzzese. Intanto i centri colpiti dall’alluvione mostrano ancora tutti i segni e le ferite: basta guardare la spiaggia di Alba Adriatica, sotto un metro di detriti sparsi per chilometri. Tutti ancora dove li portò la furia dell’acqua.
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