Il Comune scaccia industrie e posti di lavoro, no ad ampliamento Spee
L’Aquila – Il Comune costringe un importante imprenditore a rinunciare a L’Aquila e a scegliere Milano per il potenziamento della sua azienda, con almeno 40 assunzioni, 35 delle quali di tecnici laureati e diplomati. L’azienda è la Spee di Luciano Ardingo, il Comune è quello dell’Aquila, la città che più di ogni altra ha bisogno di risorgere, di dare lavoro e opportunità , sangue nelle vene di un corpo ormai defedato e debole. Se ne saprà di più nei prossimi giorni, ma abbiamo comunque accertato, raccolta dal mondo sindacale la notizia, che purtroppo le cose stanno proprio così: L’Aquila scaccia chi vuol dare lavoro. La Spee, in sostanza, intendeva ampliare la propria attività , in una delle pochissime aziende tutte aquilane che vanno bene e vivono del proprio lavoro, non di soldi pubblici, piaceri, raccomandazioni, e gratitudine ai politici. Che spesso e volentieri chiedono agli imprenditori. Il progetto era per un nuovo insediamento con 40 posti di lavoro. Lunghe pratiche, estenuanti attese, telefonate senza esito (parlare con il Comune in cerca di un responsabile è impresa impossibile, meglio rinunciare), e alla fine un no puro e semplice. Il Comune dice di no. Ardingo, sconcertato, non ne può più, e decide di portare tutto a Milano, anche se la sede principale Spee resterà a L’Aquila, almeno finchè sarà possibile sopravvivere in una città che, evidentemente, chiude porte in faccia, nicchia, esita, si fa ripregare e ostenta una inefficienza e incapacità decisionale che sono il suo marchio storico. Il suo autolesionismo radicato. Non scomparsi, dopo quel che è accaduto. Invece, peggio di prima, e di questo gli amministratori dovrebbero rispondere anzichè scaricare colpe accuse e polemiche su altri. Un commissario al posto del sindaco avrebbe agito allo stesso modo? Forse no: constatata la regolarità delle carte, avrebbe fornito una risposta coerente con le leggi e le regole, punto e basta.
Il Comune sembra avercela con chi tenta di alzare la testa: tempi infiniti per il mercato degli ambulanti (salvo poi incolpare altri), incredibile inerzia di fronte all’Alenia, cascate di multe sui commercianti. Più tante altre storie che non si raccontano per pudore o per carità di patria. E’ questo il modo di “favorire la ripresa”, specie nei casi in cui, come la Spee, si investono soldi propri per scelta di affezione verso la città . Se non fosse infatti per l’affetto, sarebbe assai meglio pensare ad altre residenze. Cosa che in tanti, prima o poi faranno. La zuffa politica con le varie pantomime e sceneggiate non tiene conto di questo sfacelo della normalità : pensa alla visibilità , non ai contenuti che, spesso, fanno davvero paura.
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