Omicidio Butti. Denis Cavatassi torna in libertà


Tortoreto – Denis Cavatassi tornera’ libero su cauzione. Il teramano accusato di essere il mandante dell’omicidio del socio Luciano Butti, avvenuto quasi una settimana fa in Thailandia, fra qualche ora potra’ riabbracciare la moglie thailandese incinta al sesto mese ed il figlioletto di tre anni che si trovano a Phi Phi Island dove Cavatassi gestisce in societa’ sia un albergo (che aveva con Butti) che un ristorante. A darne notizia e’ il fratello Adriano che da Tortoreto paese di origine del ristoratore di 42 anni, mantiene i contatti con il familiare. “La posizione di mio fratello si fa marginale – racconta soddisfatto e disteso Adriano Cavatassi. La moglie sta gia’ attivandosi per produrre tutta la documentazione al giudice (tra cui il passaporto e la fideiussione bancaria a garanzia) necessaria per procedere alla liberta’ su cauzione che ammonta a 500mila bath, circa 11.900 euro. Su ordine del magistrato Denis non potra’ lasciare la Thailandia, ma era comunque sua volonta’ non tornare in Italia per due motivi: il primo e’ quello di non voler assolutamente abbandonare la sua famiglia e secondo, gli preme restare per collaborare o fare quanto possibile perche’ la morte del socio Luciano Butti non resti impunita. Chiede che sia fatta giustizia per Luciano al quale era molto legato”. Intanto, fa sapere sempre Adriano, la posizione del fratello Denis nella vicenda legata al delitto su commissione di Butti – ucciso mentre viaggiava in moto- si farebbe sempre piu’ nitida e chiara allontanando ora dopo ora il sospetto che possa essere lui ad aver ingaggiato il sicario dietro pagamento. Manca, di fatto, il movente. “L’avvocato thaliandese di Denis – dice ancora Adriano Cavatassi – sta ricostruendo l’intera vicenda acclarando la posizione di mio fratello. Entrambi chiedono indagini approfondite che finora sono mancate, anche attraverso l’ausilio delle intercettazioni telefoniche. I sospetti su mio fratello sono maturati a seguito di un movimento di denaro dal suo conto corrente a quello dell’uomo accusato dell’omicidio di Butti. Denis non sapeva affatto che quell’uomo in realta’ fosse un killer. Dopo tante insistenze per un avere un prestito, mio fratello gli fece un bonifico di 700 euro. Una traccia che e’ stata letta come pagamento per l’ingaggio assassino”.

//


21 Marzo 2011

Categoria : Cronaca
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.