Usura a Pescara. Salgono a tre gli arresti


Pescara – (AGGIORNAMENTO) Anche una terza persona, oltre a Celso e Mazzocco, e’ destinataria delle misura cautelare del gip De Ninis (emessa su richiesta del pm Varone). Si tratta di Franco D’Errico, anche lui intermediario, che al momento e’ in vacanza, per cui si attende il rientro. Sono otto – ha detto il comandante provinciale dei carabinieri, Marcello Galanzi – le vittime accertate per un totale di 14 finanziamenti concessi con interessi usurai. Le indagini sono state effettuate nel periodo compreso tra il 2005 e il 2008 e prescindono dall’attivita’ della Banca d’Italia, che si e’ occupata dalla Sima in un periodo successivo inserendo questa realta’ nella black list. I prestiti, che per i carabinieri erano gestiti con gravissime lacune istruttorie e documentali, erano in realta’ “funzionali alla percezione diretta, da parte di Celso e dei suoi complici, di vere e proprie tangenti corrisposte dalle vittime e pari al 10 per cento dell’importo finanziato rigorosamente in nero che, per i casi accertati, ha fruttato un totale di 46.900 euro”. Per convincere le vittime il trio di usurai prospettava loro la possibilita’ di fantomatici affari ultra vantaggiosi dai quali ricavare la necessaria liquidita’ per azzerare i debiti fino a quel momento accumulati. Lo schema adottato prevedeva l’individuazione di un immobile in vendita ad un prezzo molto inferiore a quello reale (che pero’ era falso), la promessa di concessione di un mutuo di valore pari al valore di mercato dell’immobile e la conseguente possibilita’ di utilizzare la differenza rispetto al prezzo effettivo, per ripianare le esposizioni dei clienti della finanziaria. Il richiedente il mutuo riceveva poi dei prestiti-tampone a breve termine (a condizioni inique, con la tangente del 10 per cento) che pero’ generavano in poco tempo l’esplosione della situazione debitoria. In piu’, i debitori venivano indotti a presentare documentazione falsa circa le proprie condizioni di lavoro ed i redditi prodotti. Il risultato era che i clienti perdevano il controllo delle proprie esposizioni, corrispondendo denaro a titolo di interessi sia occulti (cioe’ la tangente iniziale) che palesi al limite del lecito se non addirittura superiori (4 per cento mensile), e mantenendo invariato il capitale a debito, anzi aumentandolo progressivamente, coinvolgendo anche amici e parenti e prolungando cosi’ il meccanismo perverso con altre richieste di mutuo. Quando i debitori non potevano piu’ pagare la perdita veniva accollata alle societa’ eroganti. I finanziamenti venivano erogati per conto della Capital Fin srl e Capital Fin spa di Napoli e i due intermediari operavano attraverso la societa’ di brokeraggio “Selezione mutui” che aveva sede di fronte alla caserma dei carabinieri. Le indagini hanno visto la collaborazione di una delle vittime. Celso e’ stato direttore della Bls di Francavilla al Mare. La Sima era nata come societa’ per la cessione del quinto ma poi ha ampliato le proprie attivita’.


21 Marzo 2011

Categoria : Cronaca
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