Cialente interrogato non rispose


L’Aquila – DANIELA SENEPA LO INCALZA, MA LUI GIRA IN TONDO SULLE DIMISSIONI – (Le foto: sopra Cialente solo dentro il palazzo semicrollato del Comune, sotto la giornalista Daniela Senepa) – (di Gianfranco Colacito)La domanda è diretta e asciutta, com’è nello stile della giornalista Rai Daniela Senepa, che questa mattina ha interrogato (intervista al tavolo di un bar, informale e distesa) il sindaco in enigmatica dimissione Massimo Cialente. “Che fa? – chiede Daniela – va o resta?”. Ovviamente, come è nello stile di ogni politico di razza, il sindaco non risponde. Aggira la domanda, comincia frasi e le lascia, e poi mette su un “debbo parlare con il governo”. E prorompe lo sfogo: “In tanti sarebbero contenti se me ne andassi”. Si riferisce, Cialente, alla politica, non certo alla gente, che ancora una volta (dopo il sondaggio del Sole 24 Ore) gli ha confermato sostanzialmente vicinanza. In tanti hanno certo paura che il comune resti senza guida. Preferiscono che un sindaco, comunque, ci sia. E Cialente sta vestendo come un abito Brioni il ruolo di chi urla per farsi sentire e per il bene della città. Il sacrificale.
Due i punti essenziali emersi nell’intervista. Uno ovvio e sotto gli occhi stanchi e sfiduciati di tutti: la ricostruzione pesante non c’è, anzi pare lontana. “Praticamente – dice il sindaco alla Senepa – abbiamo perso un anno intero”. Si riferisce ad uno dei due anni che si compiono il prossimno 6 aprile dal sisma del 2009. Due anni tondi, e nemmeno un palazzo dentro un cantiere che sia di ricostruzione anzichè di messa in sicurezza. Solo conti (teorici) da pagare, che fanno paura: aggiustare il palazzo del Comune, per esempio, costerà più di 17 milioni. Non si sa se 40 o 50 rimettere a posto il castello spagnolo. Per il quale Zapatero sborserà sì e no due o tre milioni, dai 40 che aveva promesso. Un mare di quattrini per duomo e curia. E così via. Di Collemaggio non parla nessuno…
Il secondo punto, sempre secondo Cialente, è che c’è il rischio di tornare ai contributi anzichè agli indennizzi. Un rischio che si farebbe tornare indietro, appunto, di un anno. Morale della favola e dell’intervista: per ricostruire L’Aquila i 10 anni che sembravano il minimo necessario anche a Bertolaso, non basteranno forse neppure per uscire dalle chiacchiere, dal come fare, dal chi lo deve fare, del quando si deve cominciare, del come si deve operare, del dove mettiamo le macerie. E così via. Del resto, il comune ci mette del suo: due anni non gli sono bastati neppure per cominciare un mercantino da ambulanti in piazza d’Armi. E per riaccendere qualche luce in centro dopo il tramonto. L’intervista finisce. Cialente non dice alla Senepa, e ai cittadini, se il 28 marzo conferma o ritira le dimissioni. Che non lo sappia nemmeno lui? E che tutti sappiano che lui non lo sa? O davvero nei palazzi non aspettano altro che si tolga di mezzo, così commissariano anche il comune e abbiamo concluso la gran commissariata generale.


20 Marzo 2011

Categoria : Le Interviste
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati