Usi civici, sequestrati impianti Telecom
L’Aquila – NUOVA PUNTATA DELLA TELENOVELA CHE DURA DA DECENNI – Si protrae nel tempo la interminabile (per colpa del comune dell’Aquila di oggi e di ieri) situazione relativa agli usi civici sul Gran Sasso. Con un’ordinanza di febbraio il Commissario regionale per gli Usi civici d’Abruzzo Antonio Perinelli ha disposto il sequestro giudiziario degli impianti della Telecom siti sul Gran Sasso d’Italia. La stessa cosa aveva fatto il commissario Riccardo Audino per postazioni Enel sul Gran Sasso. Il risultato di conflitti di interessi e situazioni illegali che nessun politico ha avuto mai la volontà di risolvere nel modo giusto. Che pure esiste. Abbiamo chiesto spiegazioni all’avv. Rodolfo Ludovici, uno specialista in materia.
“I due Commissari – ci ha spiegato Ludovici – che hanno provveduto a riassumere tutto il contenzioso demaniale civico d’Abruzzo, sospeso a causa del sisma del 6/04/2009, hanno interrotto una inaccettabile prassi, imputabile all’esclusiva responsabilità del nostro Comune, che ha impedito, finora, ogni e qualsiasi regolarizzazione delle occupazioni illegittime del demanio civico. La soluzione di questo problema è, di contro, semplice e rapida.
Infatti per tutti gli impianti di pubblica utilità è prevista la possibilità di pervenire alla regolarizzazione delle occupazioni di suolo demaniale civico tramite uno speciale procedimento, disposto dalla Legge Regionale n. 3 del 1997, che richiede tempi brevi e sicuramente conformi alle necessità sottese agli interessi che tali impianti devono soddisfare.
Eppure le due procedure giudiziali contro la Telecom e l’Enel sono iniziate alla fine degli anni ’80 e sono restate bloccate, in aperta violazione del principio costituzionale del giusto processo, solo ed esclusivamente per il comportamento assunto dal Comune di L’Aquila che, per oltre 23 anni ha impedito di raggiungere quella semplice soluzione di cui si è detto.
Le ragioni di un simile comportamento, oscure e nascoste nei cassetti dell’Assessorato dell’Ambiente, contraddistinguono il nostro Comune da tutti gli altri Comuni abruzzesi, anche di minima dimensione, dove uguali problemi vengono risolti in tempi veloci e adeguati. Proprio questo confronto sembra essere alla base delle decisioni assunte dai due Commissari abruzzesi, attenti, peraltro, agli aspetti del danno economico ed ambientale prodotto dalle omissioni comunali che hanno impedito, tra l’altro, l’introito di centinaia di migliaia di euro. Il Presidente dell’Amministrazione Separata d’Assergi, Luca Scarcia, insieme a tutti i componenti del Comitato Amministrativo Frazionale, auspica che questi due provvedimenti rendano possibili le definizioni conciliative da sempre auspicate dall’Amministrazione di Assergi”.
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