Sempre più numerosi immunodepressi


L’Aquila – E’ l’allarme che i migliori specialisti italiani hanno lanciato al 1°Workshop su infezioni e immunosoppressione che si è svolto oggi 18 marzo a L’Aquila. Le principali cause dell’immunosoppressione sono le terapie che sempre più massivamente vengono praticate per sconfiggere patologie importanti e sempre più diffuse: le malattie oncoematologiche, le malattie reumatiche e le malattie infiammatorie dell’intestino…
Altra notizia di estrema importanza, portata all’attenzione dei partecipanti al convegno di oggi, è che ci sono infezioni, come l’epatite B, che si credeva potessero guarire completamente mentre, in realtà, il virus, una volta penetrato nell’organismo, non può essere più eradicato completamente. In particolare, in presenza di terapie immunosoppressive, esse possono riattivarsi in qualsiasi momento con effetti che, in alcuni casi, possono essere anche letali. Rivolgendosi ai loro colleghi in sala, i maggiori esperti in campo nazionale, hanno raccomandato di intervenire con adeguate profilassi prima di intraprendere terapie a base di lamivudina o farmaci ad elevata barriera genetica come Entecavir e Tenofovir.
Dunque, il messaggio forte, che è venuto da questa giornata di lavoro, ha detto Alessandro Grimaldi, organizzatore del workshop e direttore di Malattie infettive al San Salvatore, è che queste terapie immunosoppressive, che servono a migliorare di molto la vita di particolari pazienti, si devono accompagnare ad una adeguata sorveglianza infettivologica.
Se non si vuole favorire la riattivazione di infezioni che si trovano allo stato di latenza bisogna essere vigili e conoscere attentamente il proprio paziente. Il professor Perno dell’università di Tor Vergata ha poi evidenziato come una approfondita conoscenza delle dinamiche che regolano la replicazione virale può portare, se diagnosticato tempestivamente al salvataggio della vita di molti pazienti. Per quanto riguarda la nostra regione, ed in particolare all’ospedale San Salvatore, da diversi anni, è in atto una proficua collaborazione tra gli specialisti di malattie infettive e quelli dei reparti di Trapianti, Oncologia, Ematologia e Reumatologia che ha portato ad una significativa riduzione delle complicanze infettive dei pazienti trattati.


18 Marzo 2011

Categoria : Scienze
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