150 anni d’Italia: Cialente occupa Palazzo Margherita. Confindustria: meglio il commissario
L’Aquila – PALAZZO DEVASTATO, POLVERE, TRAVI, SOFFITTI CROLLATI – (Servizio fotografico dentro Palazzo Margherita: all’interno era esposto dal 31 marzo un avviso dell’ing. Amorosi che invitava a non usare gli ascensori) - Come aveva preannunciato il sindaco Massimo Cialente, dalle 9 di stamane si trova nel suo ufficio di Piazza Palazzo, sede del Comune, inagibile dopo il sisma del 6 aprile 2009. L’intenzione del primo cittadino e’ quella di restarvi fino a questa sera in segno di protesta contro i ritardi nella ricostruzione del post terremoto. Il sindaco, tuttavia, e’ sceso sotto la piazza dove si stanno celebrando le manifestazioni per i 150 anni dell’Unita’ d’Italia e ha tenuto un intervento nel quale ha spiegato la sua protesta. Cialente e’ dimissionario “ma le gente mi chiede di restare e ritirare le dimissioni. Questo mi sta facendo capire la citta’”. In una nota ai presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani, Cialente aveva declinato l’invito a partecipare stamani alla cerimonia celebrativa per il 150esimo anniversario dell’Unita’ d’Italia, in programma a Montecitorio, alla presenza del Capo dello Stato. “Non come sindaco ma come aquilano – ha detto il primo cittadino – mi sento messo all’angolo soprattutto guardando i giovani di questa citta’ che sembrano non avere prospettive”. “Non si va ad un matrimonio quando si ha in caso un lutto e la disperazione”. Quando il sindaco e’ sceso a Piazza Palazzo per il suo intervento, e’ stato accolto da un’ovazione. Un uomo gli ha regalato una bandierina mentre la folla lo ha incitato dicendo “non mollare”, “resta con noi”. Cialente, che e’ poi e’ tornato nella sua stanza dove gli hanno fatto visita assessori e consiglieri comunali, ha spiegato che la sua assenza a Roma “non e’ stata una mancanza di rispetto nei confronti del Governo”. “Dovevo dare un segnale perche’ viviamo un momento di difficolta’”. Dopo aver indossato la fascia tricolore il sindaco ha sottolineato come essa fosse “pesantissima”. “Comincia a scemare nella cittadinanza la voglia di farcela. Ma dobbiamo trovare il modo di riprendere il cammino. Non voglio essere complice dell’omicidio che si sta perpetrando nei confronti della citta’”, ha aggiunto Cialente. “L’Aquila e’ una citta’ commissariata come Kabul”.Â
Le dichiarazioni di Confindustria
”Le Associazioni rappresentate all’interno della Camera di Commercio dell’Aquila hanno dato, non senza sforzi, un esempio di come si reagisce ad un evento straordinario eleggendo all’unanimita’, ed al primo scrutinio, il Presidente, la Giunta, il vicepresidente ed il Cda dell’Azienda per lo Sviluppo; le forze politiche che ci governano sono in grado di fare altrettanto’? – chiede Fabio Spinosa Pingue – No, sono impegnate a delegittimare l’avversario. Incuranti del fatto che delegittimando l’avversario delegittimano anche se stessi…”.
”E, allora – riconosce – se per governare la Citta’, l’unica via di uscita e’ un Commissario, cosi’ sia.
Vuol dire che da domani l’Italia avra’ i suoi 10 mila Commissari, piu’ uno. Potrebbe essere l’occasione per ‘bonificare’ una citta’ che ormai al posto di una classe dirigente ha un’orda impazzita, che diffonde il morbo della litigiosita’ a colpi di veti e contro veti”.
Per il numero uno di Confindustria L’Aquila, ”il problema non e’ il sindaco Cialente; se dobbiamo continuare con questo non governo e con questo ‘sistema di relazioni’ tra i vari partiti e, ancora peggio, tra le Istituzioni, allora molto meglio un Commissario. Ma un Commissario per almeno qualche lustro. Il tempo necessario per ‘ricostruire’ un sistema di relazioni politiche ed istituzionali – che il terremoto ha evidentemente finito di scardinare – improntate alla condivisione, all’abnegazione e alla reciproca legittimazione”. ”Un moderno Faraone illuminato che ascolti le parti sociali e le forze politiche – riflette – che decida, governi, amministri e assuma responsabilita’. Con velocita’. Come si deve fare in tempi di ordinaria amministrazione”. ”Se poi siamo di fronte ad un autentico tsunami come quello che ha colpito L’Aquila – conclude Spinosa Pingue – allora l’impegno, lo sforzo profuso, la lungimiranza, il coraggio e la velocita’ devono crescere a livello esponenziale”.
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