Territorio calpestato e tradito


Sulmona – Scrivono i comitati per l’ambiente: “Il nostro territorio, la nostra sicurezza, il nostro futuro vengono sacrificati sull’altare del profitto della multinazionale del gas da un potere cieco ed arrogante. Un potere che calpesta i principi dello Stato democratico e fa carta straccia delle deliberazioni adottate da decine di amministrazioni locali. Questo potere ha i nomi e i volti dei ministri Prestigiacomo (Ambiente) e Bondi (Beni culturali) i quali, il 7 marzo scorso, hanno firmato il decreto che dà il via libera al metanodotto Sulmona-Foligno e alla centrale di compressione Snam.
Il catastrofico terremoto in Giappone, paese all’avanguardia sul piano tecnologico, dimostra che è illusoria la convinzione dell’uomo di poter dominare la natura e che, quindi, è sempre doverosa l’applicazione del principio di precauzione.
Autorizzare impianti altamente pericolosi, come il metanodotto e la centrale, in aree a forte rischio sismico è un atto da irresponsabili che mette a repentaglio l’incolumità di intere popolazioni.
Ciò vale tanto più quando, come nel nostro caso, mancano gli studi di dettaglio sulla risposta sismica locale.
E’ l’assurdo che diventa norma, la ragione piegata agli interessi dei poteri forti, la prevenzione cancellata.
Se si è arrivati a tanto è anche perché il nostro territorio è stato tradito da quei rappresentanti istituzionali e cioè da coloro che avevano il potere e il dovere di difenderlo e non lo hanno fatto.
Ma la battaglia non è finita: l’iter autorizzativo si concluderà solo con il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dopo aver acquisito le intese Stato-Regione.
Si può ancora vincere a condizione che la Regione e le Istituzioni locali esercitino fino in fondo il loro ruolo.
Tra le iniziative due assumono assoluta priorità:
- l’impugnazione del decreto,da parte delle Amministrazioni locali, davanti al T.A.R.;
- l’approvazione della legge regionale sulla incompatibilità tra grandi metanodotti e le aree ad elevata sismicità, la cui discussione e votazione, è prevista per il 22 marzo p.v.
Ma il 22, all’Aquila, non possono esserci solo i cittadini: in prima fila dovranno esserci i sindaci, i parlamentari, i presidenti della Provincia e della Comunità Montana, assessori e consiglieri, insieme alle forze politiche del nostro comprensorio.
Ognuno sarà giudicato per ciò che avrà fatto o non fatto, per impedire che il nostro territorio diventi, in modo irreversibile, terra di servitù e di servitori.
Venerdì 18 marzo, alle 17, si terrà presso la Comunità Montana una pubblica assemblea alla quale sono invitati a partecipare tutti gli amministratori pubblici e i rappresentanti politici del Centro Abruzzo.


14 Marzo 2011

Categoria : Dai Lettori
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