“Riflettiamo sul terremoto giapponese”


L’Aquila – “Cio’ che sta accadendo in Giappone in queste ore impone a tutti una profonda riflessione. Il Paese asiatico, come abbiamo dettagliatamente veduto e sentito dai media, e’ alle prese con uno dei terremoti piu’ devastanti della sua storia. Un sisma dagli effetti inimmaginabili; un’intensita’ che si fa fatica a quantificare in violenza e temporalita’. E che dire dei conseguenti tsunami che hanno portato morte e distruzione lungo tutte la coste del Pacifico”. A parlare e’ il Commissario delegato per la Ricostruzione, e presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, sugli ultimi, tragici, eventi che stanno interessando il Pacifico. “Noi che all’Aquila abbiamo vissuto il ‘nostro grande sisma’ – aggiunge – pensavano forse, erroneamente, che la furia della natura non sarebbe potuta andare oltre. Ma di fronte a quella scossa di magnitudo 9 che ha interessato l’isola asiatica (oltre alle altre decine di assestamento, inferiori ma ugualmente forti) siamo rabbrividiti. Come dire la nostra paura moltiplicata in maniera esponenziale; ma non i nostri crolli, una citta’ rasa al suolo, un patrimonio artistico e culturale in frantumi, un tessuto economico, sociale, produttivo compromessi. Il Giappone non e’ L’Aquila. Li’ vivono non migliaia ma milioni di persone. Ecco perche’ – rileva Chiodi – dico che nella sua tragicita’, il terremoto del Paese asiatico deve farci meditare. Tutti riconosciamo al Giappone una marcia in piu’. Li’ le classi dirigenti sono lungimiranti e previdenti, la cultura della sicurezza e’ radicata, e le professionalita’ sono impegnate a combattere le calamita’ e le avversita’ con l’ingegno. Se le case non fossero state costruite con criteri antisismici all’avanguardia, se le infrastrutture non fossero state meticolosamente testate, se industrie, sistemi di trasporto, scuole non fossero stati pensati ‘per cio’ che potrebbe accadere’, ebbene oggi staremo parlando di una vera e propria ecatombe di dimensioni bibliche. Certo, la perdita di vite umane, sempre troppo grande, rattrista profondamente ma consola il fatto che poteva essere peggio…se solo. Noi abruzzesi ci sentiamo molto vicini e partecipi del dolore della popolazione nipponica. In noi i ricordi del nostro 6 aprile 2009 sono ancora purtroppo vivi. Ma forse, quello che ancora non siamo riusciti ad imparare dal nostro terremoto – affrema il presidente – potremmo farlo da quello del Giappone. E l’insegnamento e’ che le zone ad alto rischio sismico, o anche idrogeologico, devono sapersi attrezzare, promuovendo la politica della prevenzione. Per questo e’ fondamentale che la ricostruzione dell’Aquila avvenga secondo criteri matematici, tecnologici, urbanistici in grado di attenuare i colpi di una natura che sa essere anche molto spietata. Ed e’ per questo che tutti dobbiamo responsabilmente fare delle scelte che giocoforza andranno a ricadere sulle future generazioni. In passato, purtroppo, tale discorso non e’ stato affrontato ed e’ per questo che tanti nostri giovani non hanno avuto un domani. L’impegno, dunque, a ricostruire in sicurezza, a costruire bene e nelle regole, deve essere di tutti. Della politica nel momento in cui decide, dei professionisti, dei tecnici e delle maestranze nel momento in cui subentra l’applicazione pratica. Lo dobbiamo, come segno di rispetto, alle 309 vittime del nostro terremoto, affinche’ il loro sacrificio possa essere da monito, e lo dobbiamo, come segno d’amore, ai nostri figli e a chi verra’ dopo di loro. In questi momenti di riflessione, dunque, convinciamoci che una politica che privilegi progetti antisismici e tutela ambientale e’ imprescindibile. Ma lavoriamo con onesta’ morale e con scrupolo per difendere la vita e non con pressappochismo ed avidita’ solo per mera convenienza economica”, conclude Chiodi.


14 Marzo 2011

Categoria : Cronaca
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