Comune: una maggioranza leale e coerente, oppure meglio le urne
L’Aquila – (di G.Col.) – (Nella foto: Palazzo Margherita, nell’altra vita) – Per il Comune dell’Aquila, mentre trascorrono veloci i giorni che ci dividono dal 28, data della conferma o del ritiro delle dimissioni di Cialente, si prospetta – almeno nelle menti di chi ragiona – un’ipotesi politica di soluzione dello stallo attuale. E’ semplice: o Cialente riesce a produrre una vera maggioranza, oppure si andrà al voto, dopo un lungo commissariamento. Che a molti, peraltro, non appare come il peggiore dei mali. Maggioranza, sì, ma di che colore? Ovviamente, di centrosinistra. Cialente è stato eletto sindaco (e secondo “Il Sole24 Ore” ha ancora un consenso di popolo molto significativo) perchè uomo di sinistra. I partiti che lo hanno appoggiato, dal PD in giù, erano partiti di centrosinistra, più di sinistra che di centro. Sono loro che hanno isolato e beffeggiato il sindaco, privandolo dell’appoggio solido e sicuro, e sono loro che debbono oggi ritrovare coesione, esprimere una maggioranza, e firmare un patto di fine legislatura. Se ne sono capaci. Con nome e cognome. Gli aquilani debbono sapere oggi con totale trasparenza e lealtà chi appoggia Cialente e chi gli scava il terreno sotto i piedi. Chi gli conserva leale cooperazione, e chi fa doppi e tripli giochi: più giochetti che giochi.
Questo a molti appare come il cammino coerente, democratico e onesto da seguire, per evitare il commissario.
Patti e alleanze ibride, governi di salute pubblica e altre cose di questo genere lasciamole ad altri, che di democrazia e di affezione alla propria patria o città ne sanno qualcosa, e le hanno dimostrate. L’Aquila ha una classe politica infima, impastata di meschinerie, arrivismi, interessi personali, fame di gettoni. Niente compatta le anime dei meschini, solo la sete di guadagno, benchè spesso si tratti di pochi spiccioli. Non esiste emergenza nè affezione verso la città in rovina tra torri merlate dirute, fuochi, sinistri boati, scorrerie di malavitosi: scenario da medio evo. Allora, che i sostenitori di Cialente e i partiti (insanguinati specie il PD da profonde ferite) trovino un minimo di coraggio e onestà : un patto e un sindaco per governare. Una giunta composta da persone capaci (attualmente ce ne sono diverse), e l’impegno morale di arrivare alla scadenza elettorale. Oppure il 28 Cialente a casa e commissario. Senza mezze misure. Senza piangersi addoso. Estremi mali, estremi rimedi.
Candidati sindaci possibili? Ne abbiamo parlato già molti giorni fa: due a sinistra (Lolli e Pezzopane). due a destra (De Matteis e Lombardi), forse lo stesso Cialente. Grandi manovre politiche già in atto. C’è, e pesa, la forza politica di cui è leader Mimmo Srour, Udeur-Popolari per il Sud. E’, forse, la sola vera novità che gli strateghi del PdL si soffermano a valutare. La sinistra potrebbe essere salvata solo da nomi di spicco e peso: la Pezzopane ha avuto il 58% dei consensi aquilani alle provinciali. Lolli si lavorando con dedizione e cuore. Gente che raccoglierebbe voti personali. Se fosse per il PD… Piccone farebbe bene ad assegnargli un riconoscimento di sciagurata, involontaria collaborazione. Verso “la calata”, si dice a L’Aquila.
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