Nove artisti per la ricostruzione
L’Aquila – La giunta comunale ha dato il via libera all’iniziativa “Nove artisti per la ricostruzione”. Si tratta di un progetto proposto al Comune dall’associazione culturale Palazzo Zenobio di Venezia, che prende il nome da uno dei luoghi espositivi della Biennale delle Arti, e presentato in giunta dall’assessore alla Ricostruzione dei Beni Culturali Vladimiro Placidi e dall’assessore alla Cultura Stefania Pezzopane. Il progetto avrà una durata di tre anni e prevede nove interventi di scultura ambientale destinati a valorizzare lo spazio urbano. “I nove artisti coinvolti, – ha dichiarato l’assessore Placidi – tutti di riconosciuto valore internazionale, richiamano simbolicamente i novantanove castelli che contribuirono alla fondazione della città e perseguono nella loro ricerca il tema dello spazio urbano, del paesaggio e dell’ambiente. Le nove opere d’arte saranno donate ufficialmente dagli esecutori alla città dell’Aquila e verranno realizzate sia nel territorio aquilano che in quello regionale, con la collaborazione degli artigiani e delle aziende locali. La manifestazione, che sarà promossa nei circuiti internazionali, si avvarrà dell’alto patronato del Presidente della Repubblica e dei patrocini delle ambasciate dei Paesi di provenienza degli artisti e sarà realizzata esclusivamente con i fondi raccolti dall’associazione tramite le sponsorizzazioni. Il progetto prevede altresì – ha concluso l’assessore – la costituzione di un comitato scientifico di alto profilo, composto da studiosi e critici d’arte che siano espressione della città e dell’associazione, con il compito di seguire tutte le fasi dell’iniziativa, facendo da raccordo con il territorio”.
“L’iniziativa – ha dichiarato la critica d’arte Roberta Semeraro, promotrice del progetto – prende spunto dalla riflessione critica, stimolata durante i lavori dell’ultima Biennale di Architettura tenutasi a Venezia nel 2010, su quanto è stato fatto e si farà all’Aquila, partendo dalla considerazione che non basta ricostruire la città ma è necessario riparare i legami tra persone e luoghi. Lo scopo principale del progetto è infatti quello di continuare a sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica affinché la ricostruzione dell’Aquila possa avvenire in tempi brevi e nel rispetto dell’ambiente. I lavori avranno inizio nel 2011 con gli artisti Beverly Pepper, Mauro Staccioli e Hidetoshi Nagasawa, tra i maggiori interpreti della scultura ambientale contemporanea”.
Beverly Pepper è nata a New York nel 1922 e vive e lavora tra l’Italia e gli Stati Uniti. Ha ricevuto premi e onorificenze in tutto il mondo per il suo lavoro di scultrice. Negli anni ’70 è cominciato il suo avvicinamento alla scultura ambientale che si è concretizzato in opere monumentali come l’Amphisculpture del New Jersey. Le sue sculture sono nei maggiori musei e nelle maggiori metropoli del mondo come New York (Federal Plaza), Tokyo, Philadelphia. Mauro Staccioli è nato a Volterra nel 1937 e vanta a sua volta una lunga carriera nell’arte. Dai primi degli anni Settanta comincia una sua ricerca artistica nell’ambito dello spazio urbano con le sue sculture-intervento che lo renderanno famoso in tutto il mondo. E’stato presente a diverse edizioni della Biennale delle Arti di Venezia. Delle sue opere monumentali si ricordano i grandi archi rovesciati di Prato e nella piazza principale del Parco Olimpico di Seul, e ancora l’anello nel Principato di Andorra e di Monaco di Baviera, i tondi del Parco della Resistenza di Santa Sofia di san Tirso, in Portogallo, e non ultime le sculture di Villa Glori a Roma. Hidetoshi Nagasawa è nato in Manciuria nel 1940. A seguito dell’invasione sovietica fu costretto ad abbandonare il suo villaggio d’origine e a stabilirsi a Kawagoe, non distante da Tokyo, dove è avvenuta la sua formazione. Vive e lavora in Italia dal 1968. Le sue opere sono nei più grandi musei e collezioni pubbliche e private del mondo. Nel 1992 ha partecipato alla nona edizione di “Documenta”, la più importante esposizione di arte contemporanea a livello mondiale. Negli anni ottanta comincia a dedicarsi alla scultura ambientale operando al confine tra architettura e scultura. Il giardino posto in relazione all’ambiente urbano preesistente diventa l’elemento preponderante della sua ricerca artistica.
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