Chi cura fondali e letti dei fiumi? Gira e rigira, alla fine proprio nessuno
L’Aquila – TENTATIVO DI CAPIRE PERCHE’ CI ALLAGHIAMO E CI ALLUVIONIAMO – (di Gianfranco Colacito) – Per tentare di capire com’è fatta questa regione, impresa ardua come una delle fatiche di Ercole, ci tuffiamo nelle strutture burocratiche, armati di domande. Che, vi diciamo subito, in gran parte non avranno risposte, perchè non ce ne sono. Vorremmo sapere chi deve occuparsi delle acque dolci: letti dei fiumi e dei torrenti, fossi, laghetti, bacini irrigui, e infine fondali dei porti. Chi ha compiti e quali compiti, chi deve fare e non fa, visto che l’Abruzzo è non di cartone, ma di fango: quello che periodicamente si riversa su campagne e città , alluvionale, sospinto da piogge che saranno anche violente e abbondanti, ma certo non da diluvio universale.
Interroghiamo funzionari e dirigenti, tecnici e alti burocrati. Molti dei quali, capita l’antifona, si fanno negare, eludono incontri e domande, annusano imbarazzi possibili, visto che un rompicoglioni di giornalista vuol sapere, pochi giorni dopo un’alluvione e un morto: il gallerista teramano defunto perchè pioveva. Già , in fondo è proprio questa la spiegazione. Quel malcapitato è finito con l’auto in un sottopasso allagato da metri d’acqua, a Mosciano, che nessuna transenna impediva di imboccare. C’erano divieti, certo, ma non ostacoli fisici della circolazione. E’ vero che uno non dovrebbe finire con l’auto nell’acqua, ma tornare indietro al minimo rischio, vedendola, se ci vede. Ma è anche vero che era allagato un sottopasso moderno e grande, trafficatissimo, che non avrebbe dovuto mai rimanere sommerso. E niente avvertiva chi arrivava da altre strade.
PORTO CANALE – Cominciamo con i fondali dei fiumi. A chi spetta dragarli periodicamente? “E’ un porto canale, quello di Pescara – ci dice un alto dirigente regionale – quindi tenerlo in ordine spetta allo Stato”. Sì, ma a quale organo dello Stato? “… bèh… diciamo al Provveditorato alle Opere pubbliche: è sua la competenza…” E perchè non avvengono dragaggi da anni e anni? “…Ma… questo non saprei dirlo. Forse perchè le procedure, trattandosi di fondali inquinati, sono complesse”.
Procedure complesse. Quindi, non si procede. Infatti, sono sette anni che non si draga un bel nulla. E nessun sindaco o presidente di provincia o di regione se n’è mai accorto? “Ma ora si sta correndo ai ripari”.
Certo, ci voleva una specie di sommossa per ottenere “i ripari”. Cioè il semplice dovere d’ufficio, che il Provveditorato alle opere pubbliche s’è tenuto nel cassetto. Ora sappiamo almeno a chi spetta dragare. Non sapremo mai chi pagherà per non aver dragato. O meglio, lo sappiamo: nessuno.
FIUMI E FIUMICELLI – Avere risposte su questo tema è più facile. Infatti, se i fiumi esondano colpevoli non ce ne sono. Nei corsi d’acqua, infatti, non “deve” occuparsi nessuno come compito istituzionale. I sindaci, forse, oppure il Genio civile. Chi sa. E se fossero o frontisti, nel caso di fossi, laghetti, bacini irrigui? Può darsi. E’ probabile. Bisogna vedere, caso per caso. Questo rispondono burocrati e tecnici interpellati, a patto che si lascino interpellare. Qualcuno sbotta: “Ma lei chi è e cosa vuole? Perchè si impiccia di queste cose?”. Talvolta fare semplice giornalismo, in Italia, richiederebbe tecniche di autodifesa dai morsi del mostro: la burocrazia. E comunque sei un rompicoglioni, anche se chiedi solo che ora è.
Una spiegazione alla fine ci arriva tra capo e collo: “Una volta si scavavano i fondali dei fiumi per prendere ghiaia e pietrisco e questo si pagava. Ora ci sono gli ambientalisti e guai a toccare i fiumi. Quindi di abbassare i fondali e cose del genere, non si occupa più nessuno”. E ancora: “Che vuole, nei fiumi si gettano scarichi e fossi privati, non si sa quanti e dove, da lì vengono le piene… Vai a controllare… Ci sono regolamenti del 1933…”.
Tiriamo le somme: ci alluvioniamo e ci alluvioneremo. Preparare l’arca, non c’è altro da fare. Radunate il gatto, il criceto, il pappagallo, la suocera e se volete anche la cognata, e caricate scatolette e acqua minerale sull’arca.
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