Palazzaccio pesante e vulnerabile – A rischio tutti gli uffici giudiziari del distretto


pal-giustiziaL’Aquila – Potrebbe essere conveniente economicamente demolire completamente il palazzo di giustizia, gravemente compromesso dal terremoto, anzichè apportare interventi di consolidamento e ristrutturazione. E’ un’ipotesi, come è stato riferito, che si sta facendo spazio, dopo i primi carotaggi nel sottosuolo per verificarne la sicurezza e la stabilità. Il “palazzaccio” aquilano, un enorme edificio a sviluppo orizzontale, pesante, pletorico e vulnerabile (come è stato dimostrato il 6 aprile) risale agli anni Sessanta. Allora di norme sismiche nemmeno a parlarne: a L’Aquila si costruiva come se il 1703 non ci fosse mai stato. Fu inaugurato con il processo per il disastro del Vajont nel 1968, e a tutt’oggi non risultava ancora completato e rifinito. 41 anni di mancati interventi, ritardi, attese inutili, e ambienti non certo confortevoli, sporcizia, troppe vetrate e spazi inutilizzati, un enorme garage buio e insicuro al piano terra. Da tre anni erano iniziati lavori di ampliamento nella parte frontale, dove era previsto un grande atrio e un ingresso adeguato all’importanza del palazzo, che ospita gli uffici giudiziari del distretto regionale della Corte d’appello. Negli scavi erano affiorate consistenti falde d’acqua. Bisognerà ora sapere che la costruzione era stata preceduta da adeguati accertamenti geologici, ma dopo quasi 50 anni sarebbe ben difficile risalire a ipotetici responsabili.
La sostanza è uno spreco enorme di risorse, tra cui quelle spese per le protezioni di sicurezza (tonnellate di orribili sbarre ovunque). Il pericolo, molto concreto, è che la demolizione e i lavori di ricostruzione richiedano anni: gli uffici giudiziari potrebbero svanire ed essere trasferiti altrove. Un ottimo pretesto per spogliare L’Aquila oggi malata, sofferente, indebolita. Sta ai politici essere svegli e attenti. L’allarme noi lo abbiamo dato da due mesi, ma nessuno lo ha raccolto. Ora si parla di demolizione.(G.Col.) (nella foto: l’atrio principale della Corte d’appello)


17 Giugno 2009

Categoria : Cronaca
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