Danni: Cialente, Ricciuti, Ater e commercialisti, tutti d’accordo sul tracollo economico cittadino


L’Aquila – Il no sostanziale del Parlamento alle modifiche del decreto terremoto ha suscitato delusione e proteste, e anche i commenti a caldo dei politici interessati. Il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente ha parlato di 1.800 edifici tutelati nel centro storico della città, tutti danneggiati, la cui ricostruzione richiederà almeno 3 miliardi di euro. “Denaro che di fatto non c’è” ha detto il sindaco, aggiungendo: “Ora il problema ricostruzione diventa davvero un enigma”. Il consigliere regionale di maggioranza Luca Ricciuti ha commentato: “C’è bisogno di fatti concreti, ci saranno successivi decreti come per le seconde case. Non dividiamoci, è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno”. L’ipotesi di ricorrere ad un secondo decreto terremoto per l’Abruzzo sembra a molti esponenti del centrodestra accettabile e, anzi, da percorrere.
Dal canto suo l’Ater, in un’intervista a InAbruzzo.com, ha reso noto che il proprio patrimonio immobiliare (case popolari) ha subito un danno enorme, di almeno 50milioni di euro. Un problema che l’Ater, al momento, non ha idea di come affrontare senza le necessarie risorse.
I commercialisti aquilani, in una conferenza stampa oggi all’inaugurazione della loro sede subito ripristinata, hanno reso noto che in centro sono almeno 1.000 le attività produttive cessate a causa del terremoto, con perdite per almeno 10 milioni di euro. Una ferita al tessuto produttivo cittadino che bisogna curare e sanare il più presto possibile, altrimenti sarà inutile sperare in una rinascita della città.


17 Giugno 2009

Categoria : Economia
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