“Parentòpoli”, un arresto e 10 indagati
L’Aquila – Arresto eccellente ordinato dalla Procura di Pescara in un’inchiesta sulla “parentòpoli” dei concorsi telecomandati alla Regione Abruzzo. Il funzionario dirigente Antonio Iovìno è stato raggiunto dalla Digos di Pescara, diretta da Claudio Mastromattei, oggi a L’Aquila, dove si trovava. Gli sono stati concessi gli arresti a domicilio. Altre dieci persone risultano indagate. Il funzionario sarebbe coinvolto, secondo i magistrati pescaresi, in una vicenda (a suo tempo battezzata dalla stampa parentopoli) relativa a concorsi teleguidati e pilotati in modo che vincitori fossero sempre amici degli amici, parenti e altri privilegiati di lusso. I concorsi in questione furono banditi e gestiti durante gli ultimi mesi della giunta Del Turco, ma è possibile che esistano dei collegamenti e quindi delle ipotetiche responsabilità risalenti anche ad amministrazioni precedenti. Iovino, responsabile dello sviluppo delle risorse umane della Regione Abruzzo, e’ ai domiciliari. E’ stato arrestato su
ordine di custodia emesso dal gip del tribunale di Pescara Campli su richiesa del sostituto procuratore Varone. Iovino e’ accusato di falsita’ ideologica, abuso d’ufficio, truffa ai danni di un ente pubblico, soppressione di atti veri, e rivelazione di segreti d’ufficio.
La misura cautelare e’ stata adottata all’esito delle indagini svolte dalla Digos
su alcuni concorsi organizzati dalla Regione il cui esito sarebbe stato predeterminato e deciso da alcuni dirigenti dell’ente per favorire familiari, colleghi e amici, stando a
quanto sostiene l’accusa. L’indagine si e’ progressivamente concentrata su Iovino il quale – sostengono gli investigatori – proprio in ragione dell’incarico ricoperto
avrebbe pilotato l’esito di procedure concorsuali. Sarebbe inoltre emerso che una congiunta del dottor Iovino avrebbe ottenuto il riconoscimento dello status di persona
handicappata (lgge 104/92) dissimulando le reali condizioni di salute e godendo di medici ‘amici’ del figlio. Nell’ambito dello stesso procedimento sono state iscritte
nel registro degli indagati dieci persone, ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di truffa, abuso d’ufficio, rivelazione di segreti d’ufficio, falsita’ ideologica e materiale.
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